Per molti appassionati è sempre e solo la Regina della notte. In effetti è il ruolo che si è trovata ad interpretare il maggior numero di volte, e con direttori quali Böhm, Karajan, Furtwängler, Klemperer: già questo basterebbe per assicurarle un posto nella storia dell'opera del Novecento, a dispetto di chi ancora adesso storce un po' il naso dubitando che sia stata una grande cantante.
E comunque non fu solo Astrifiammante. Parliamo di Wilma Lipp, soprano austriaco scomparso pochi giorni fa, il 26 gennaio nella sua casa bavarese all'età di 93 anni. Per uno scherzo del destino, se n'è andata il giorno prima dell'anniversario della nascita di Mozart, il compositore a cui il suo nome è rimasto più legato.
Nata nel 1923, fra i suoi maestri ebbe Toti dal Monte. Il vero debutto fu a diciotto anni come Rosina in una rappresentazione all'aperto nella capitale viennese in piena guerra. Poi la Staatsoper, dei cui complessi fece parte per la prima volta (sebbene sul palcoscenico della Volksoper) nel 1945 come Kate Pinkerton, e che adesso in sua memoria le ha dedicato la rappresentazione del 30 gennaio, un Falstaff per colei che fu anche Alice Ford al suo debutto a San Francisco.
Infatti la Lipp cantò un po' in tutto il mondo ma la sua vera casa artistica fu Vienna, dove fu protagonista in più di mille rappresentazioni soprattutto con ruoli mozartiani (oltre la Regina della notte, Konstanze, donna Elvira, Pamina) e poi, tra l'altro, Nedda, Sophie nel Cavaliere della rosa, Olympia e Antonia nei Racconti di Hoffmann. Ma aveva nelle sue corde anche tanto belcanto: Violetta, Gilda, Lucia.
"Wilma Lipp è stata un esempio di come si può crescere artisticamente restando elemento stabile di un teatro e contemporaneamente costruirsi una carriera internazionale. Davanti a lei ci inchiniamo con gratitudine ed umiltà", così ha affermato l'attuale sovrintendente della Staatsoper Dominique Meyer nel commemorarla.
In Italia la ricordiamo in più occasioni, per la prima volta a Roma nel 1949 come Konstanze (allora si diceva Costanza) nel Ratto mozartiano, poi al San Carlo prima come Astrifiammante e nel 1953 nella Lucia di Lammermoor. Fu anche protagonista, insieme a Boris Christoff, di un concerto Martini e Rossi nel 1954, e alla Scala fu Euridice, Eva nei Maestri Cantori, Marzelline nel Fidelio di Karajan nel 1960. In repertorio anche tanta musica sacra, dalla Passione secondo Matteo di Bach al Requiem mozartiano al Deutsches Requiem di Brahms.
L'addio alla "sua" Staatsoper lo diede nel 1981 come Marianne Leitmetzerin nel Rosenkavalier, ruolo che cantò due anni dopo nell'edizione discografica diretta da Karajan e ancora nel 1985 a Torino (dove era già stata Pamina oltre vent'anni prima). Poi tanto insegnamento: ebbe una sua classe al Mozarteum fino alla fine degli anni Novanta.
A mantenerne il ricordo restano numerose incisioni discografiche facilmente reperibili, in studio e dal vivo.
Bruno Tredicine