Non giunge purtroppo inaspettata la notizia della morte del compositore e didatta Sergio Rendine, date le sue precarie condizioni di salute che le avevano costretto già da tempo sulla sedia a rotelle. Nondimeno è una notizia che rattrista molto chi, come il sottoscritto, aveva avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, particolarmente nei dieci anni in cui fu direttore artistico del Teatro Marrucino di Chieti.
Nato a Napoli il 7 settembre 1954 e formatosi al Conservatorio di Santa Cecilia e al Conservatorio Rossini di Pesaro, dove si diplomò rispettivamente in composizione e musica corale, Rendine fu sempre molto legato all’Abruzzo, dagli anni di insegnamento al Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila fino ad arrivare alla decisione di stabilirsi a vivere a Collecorvino, nelle colline del pescarese. Negli anni di direzione artistica del Marrucino di Chieti varie furono le sue composizioni che video la prima esecuzione assoluta con i complessi artistici del teatro, fra le quali va citata la cantata Passio et Resurrectio composta per il Giubileo del 2000. Fu inoltre promotore della Settimana Mozartiana sempre a Chieti, manifestazione itinerante che per una settimana coinvolgeva l’intera città nell’allestimento di “salotti” dove risuonavano le note del compositore e manifestazioni a tema.
Fu autore molto prolifico di sinfonie, musica da camera e sacra, cantate e opere liriche che venivano commissionate dalle istituzioni più prestigiose. Il suo stile musicale di impronta neoromantica è sempre stato facilmente fruibile, ma non per questo fatto di melodie semplici: al contrario, forse soprattutto nella musica sacra, la sapienza compositiva emergeva con forza dai grandi blocchi corali e strumentali.
Più controversa è stata la sua figura come organizzatore di eventi e amministratore, a causa delle spesso inconciliabili dissonanze (queste si) fra le ragioni dell’arte e quelle dei bilanci: il suo ultimo impegno ufficiale in questo senso, la direzione del Liberty Festival di Pescara, è stato tuttavia un grande successo di pubblico.
Molte le testimonianze che in questi giorni lo hanno ricordato con parole di stima.
Domenico Ciccone