Per la lunghissima permanenza all'estero alcuni eccelsi musicisti sono caduti nell'oblio nonostante si fossero distinti per la brillante ed intensa carriera. In questi anni di studio e di ricerca mi sono pertanto proposta di ridar loro la meritata visibilità prediligendo però volutamente l'ambito romagnolo. A 90 anni dalla scomparsa ho pertanto ricostruito l'interessante biografia artistica del direttore d'orchestra lughese Agide Jacchia, carissimo allievo di Pietro Mascagni ed insigne musicista in stretto contatto con Puccini, Leoncavallo, Massenet ed altri noti compositori, come si evince dalle lettere autografe inedite rintracciate a Pesaro presso la Biblioteca del Conservatorio Rossini.
LA NASCITA
Agide aveva visto la luce a Lugo il 5 gennaio 1875 e aveva abitato all’interno del Ghetto, in via Codalunga, oggi via Matteotti, all’attuale civico 89.
AL CONSERVATORIO
Dopo aver frequentato il Conservatorio di Parma per cinque anni, fu ammesso a quello di Milano per lo studio del flauto, che poi abbandonò per proseguire privatamente lo studio dell'armonia con il rinomato M° Amintore Galli; in seguito nel 1894, a 19 anni, entrò al “Liceo Rossini” di Pesaro per studiare contrappunto con Vanbianchi e Mattioli e composizione con Mascagni. Si diplomò nell’anno accademico 1896 in strumentazione per banda, Direzione e Istruzione per l’Orchestra e nel 1898 in flauto con Filiberto Peri e in composizione con P. Mascagni. Si mise subito in luce musicando l’Inno a Rossini che gli valse l’assegnazione del Ricordo Bodoira, un importante riconoscimento che consisteva in un anello d’oro del valore di cento lire, sul quale erano incise le iniziali del premiato e la scritta «Omaggio a Rossini»; il diploma del premio gli fu rilasciato dal Liceo Musicale pesarese il 15 agosto 1898, come figura nel relativo attestato.A riguardo “La Gazzetta dell'Emilia” il 3 agosto 1898 scrisse:
L'Inno di Jacchia può dirsi ben riuscito sia per il concetto che per l'ottima condotta e l'accurata istrumentazione. Incomincia con un breve preludio in cui, prima i violini e poi i violoncelli ed i legni, accennano ai vari temi che si svolgono in seguito nella cantata. Indi un bellissimo coro a sei parti dà principio all'Inno [...] Lo Jacchia termina quest'anno il suo corso di studi ed il maestro Mascagni può dire d'aver fatto in lui un buon allievo, non solo nella composizione ma più ancora nella direzione d'orchestra, avendo in questo ufficio il giovane dimostrato capacità ed attitudine.
Attivissimo ed estroso, ridusse poi per pianoforte, su indicazione del suo caro maestro, La danza delle Guechas, tratta dal 1° atto dell’opera Iris di Mascagni (Milano, G. Ricordi & C., 1898).
Un felice ricordo di quegli anni di studi e di esercitazioni musicali ci è offerto dall’Autobiografia del musicista Francesco Balilla Pratella (Lugo 1880-Ravenna 1955), suo caro amico, che lo ricorda con affetto quando “ancor studente di flauto e di composizione musicale al Liceo Rossini di Pesaro, nella sua casa di Lugo sonava al pianoforte con molta facilità e spontaneità e con efficace sensitività interpretativa e non so dire a quale grado di altezza egli facesse salire la sorpresa, l’ammirazione e l’entusiasmo miei, allorché prese a sonarmi le Sinfonie del Beethoven” (Autobiografia, Milano, Pan Editore, 1971, p. 43).
IL DEBUTTO
Il 26 dicembre 1898 Jacchia esordì al Teatro Grande di Brescia dirigendo magistralmente La Bohème di Puccini e in seguito, il 14 febbraio 1899, l’Edmea di Catalani:
Al maestro Agide Jacchia spetta buona parte di merito del successo di ieri sera; egli ancora giovanissimo ed al primo passo nella difficile carriera, ha dimostrato di avere già solide qualità di musicista e concertatore per percorrere celermente e brillantemente; egli ha concertato e diretto questa Bohème con slancio, con sicurezza e con colorito, ed ha saputo conquistarsi subito la simpatia del pubblico (“La Vedetta di Lugo”).
Dopo tale incoraggiante esordio la fortuna gli arrise: dal 2 al 24 settembre 1899 si distinse per “la direzione intelligente, decisa ed energica” (“Gazzetta dell'Emilia”) al Rossini di Lugo ne La Bohème di Puccini, dove fu affiancato dal soprano Alessandrina Drudi (che poi passò alla piccola lirica con il nome d'arte di Gea Della Garisenda) e dal baritono Riccardo Stracciari, che divenne meritatamente celebre; alcuni giorni dopo raccolse meritati applausi nel Faust di Gounod al Goldoni di Bagnacavallo (RA). Ricevette poi la scrittura per I Pagliacci al Garibaldi di Padova.
Le Maschere ALLA FENICE DI VENEZIA
Fu un crescendo di successi e di notevoli impegni musicali per l'artista lughese cui lo stesso Mascagni affidò la direzione della prima de Le Maschere alla Fenice, che si tennero il 17 gennaio 1901. Si salvarono dalle critiche feroci solo il soprano Maria Farneti e Jacchia come riportò “La Tribuna di Roma”: “È applaudita la Farneti alla lettura della lettera di Florindo. Se ne chiede il bis che è accordato […] L’esecuzione fu splendida particolarmente per l’orchestra diretta da Jacchia, giovanissimo allievo di Mascagni”. Qualche anno dopo il diarista forlivese Luigi Boni nel suo Libro della Cronaca inedito (BCFo, Antico Fondo, ms. II /28-33), alla data del 15 febbraio 1904, presentò Jacchia come “il futuro sposo della cantante Farneti” confermando un’affettuosa amicizia nata probabilmente alla Fenice o ancora prima, quando entrambi erano allievi del Liceo pesarese. La relazione fu però interrotta, ma non sappiamo per quali motivazioni. In vista della rappresentazione di Ratcliff e di Samson et Dalila (C. Saint-Saëns) al Teatro Adriano di Roma, Mascagni gli indirizzò il 6 settembre 1901 una lettera, su carta intestata “Liceo Rossini. Pesaro ”per sapere se Lei è libero e quali sono le sue pretese. Ho pensato a lei come direttore d'orchestra, anche se sono ancora in trattative [...] Forse si darà anche la Carmen”(Donazione Elsa Jacchia, Biblioteca del Conservatorio Rossini di Pesaro). Come si evince dalla “Rivista teatrale melodrammatica” dell'11 novembre 1901, Jacchia accettò l'incarico conseguendo esiti lusinghieri.
1902. LA TOURNÉE CON MASCAGNI
Il maestro livornese nutriva invero una stima così profonda nei confronti del giovane direttore lughese da sceglierlo poi come suo assistente per la lunga tournée che avrebbe compiuto negli Stati Uniti e in Canada; purtroppo il giro artistico andò incontro ad alcuni seri problemi che culminarono con l'arresto di Mascagni per breach of contract e il relativo processo. Fin da prima della partenza dal porto di Genova per New York Jacchia aveva segnalato, nel tentativo di porvi rimedio, l'insufficienza e la disomogeneità del corpo orchestrale, poichè i musicisti erano stati reclutati all'ultimo momento e senza un valido criterio. In una lunga intervista rilasciata al corrispondente del “Giornale d'Italia” e pubblicata il 30 gennaio 1903 quando era già ritornato a casa, a Lugo di Romagna, egli rivelò che aveva dovuto anticipare il suo rientro, perché, se non fosse fuggito insieme al baritono Antonio Ballati, sarebbe stato arrestato. Passando di successo in successo, fino al 1907 si esibì in vari teatri d’Italia raggiungendo Napoli, Trieste, Milano, Ancona, Pisa, Siena, Venezia, Cesena, Genova, Roma ed altre città ancora, poi partì alla volta degli Stati Uniti. Nel frattempo, infatti, era stato contattato dall'ingegnere e giornalista Ettore Patrizi, giunto in Italia nel maggio 1907 per costituire insieme con l'impresario Mario Lambardi una compagnia italiana di ottimi elementi che avrebbe dovuto debuttare a settembre a San Francisco (P. Maurizi, Ettore Patrizi, Ada Negri e la musica, Morlacchi, 2007, p. 66). Tra gli altri artisti già celebri ed affermati nel mondo lirico era stata scritturato pure il soprano Ester Ferrabini (Venezia 1885-Santa Margherita Ligure 1984), che, dopo aver debuttato nel 1905 come soprano al Grande di Brescia in Giovanni Gallurese, si era distinta anche in altre opere.
1907. DIRETTORE DELLA “MILAN OPERA COMPANY”
Negli Stati Uniti egli diresse la “Milan Opera Company” per la durata di circa tre anni, dal 1907 sino al 1909. La Compagnia partì da San Francisco dove conseguì un successo - ottimo - dal punto di vista artistico per l'affiatamento degli artisti che piacquero molto, ma poi - appena discreto - da quello finanziario”.Tuttavia nell'ottobre 1907 “nonostante la deficienza dell'orchestra il maestro Jacchia ha fatto miracoli e ha saputo cesellare la partitura difficile del Thomas, nonostante l'orchestrazione della Mignon sia una delle più difficoltose”. Riguardo alla rappresentazione di Aida al Teatro dei Chutes di San Francisco il giornale “L'Italia” riportò che “il giovane maestro Jacchia ha veramente ereditato il Fuoco sacro del suo illustre maestro Mascagni e dalla sua persona emana un fascino che vince e trascina. L’orchestra sotto la sua bacchetta fece miracoli e tutte le bellezze del capolavoro verdiano risultarono animate da un palpito di vita nuova”. Il medesimo giornale rilevò pure che la Compagnia Lambardi era passata nel novembre per un mese a Los Angeles rinnovando all'Auditorium Theâter gli entusiasmi di San Francisco e che a metà dicembre 1907 avrebbe iniziato la tournée negli Stati Uniti. Fu così intensa e lodevole l'attività di Jacchia che ben presto si impose come musicista di prestigio nella vita musicale americana, ma per evidenti ragioni di spazio si riporteranno soltanto le esibizioni più significative della sua carriera.
1908. IN GUATEMALA
Con la “Compagnia Lambardi”, raggiunse pure il Guatemala dove raccolse entusiastiche accoglienze; dopo aver diretto alcune rappresentazioni nella colonia italiana ed aver eseguito il suo Inno nazionale centro americano dedicato al Presidente della Repubblica del Guatemala, il 20 settembre 1908 fu così festeggiato che lo stesso Ministro degli Esteri gli donò una medaglia d'oro con brillanti e un'ingente somma di denaro.
1910. LA “MONTREAL OPERA COMPANY”
Nel 1910 si trasferì in Canada per dirigere per quattro anni la “Montreal Opera Company”, che in tre stagioni diede quasi 300 rappresentazioni, di cui 139 di opera francese e 137 di opera italiana, oltre a vari concerti sinfonici. Agide ebbe il merito di far ascoltare per la prima volta le grandi opere della scuola verista soprattutto di Puccini, di Mascagni e di Giordano con la partecipazione di cantanti italiani, quali Ester Ferrabini, Carmen Melis, Ugo Colombini. Dal 1911 al 1913 lavorò nei teatri di Montreal, Quebec, Toronto e Ottawa dove soprattutto furono rappresentate Tosca e Manon Lescaut. Nel 1911 Agide interromperà la sua intensa attività per ritornare in Italia, dove coglierà l'occasione della permanenza a Siena per dirigere con notevole successo Mefistofele al Teatro della Lizza (“La Vedetta Senese”, 5-6 luglio 1911).
Ritornato in Canada, riprese la sua febbrile attività, come si desume dal “Ménestrel” del 17 maggio 1913 (Fondo Leoncavallo, Locarno, n.130615):
La stagione lirica di Montréal si estenderà sull'arco di 8 settimane (17.11.1913-10.01.1914) e ospiterà sei rappresentazioni alla settimana interpretate dalla compagnia Clerk-Jeannotte, che per l'occasione si chiamerà "The Canada grand opera company". I direttori d'orchestra saranno Jacchia e Charles Strony del Théâtre de la Monnaie di Bruxelles. I Pagliacci di Leoncavallo figurano tra le opere italiane in programma.
A riguardo si è presa in considerazione un'interessante lettera, inviata ad Jacchia dal celebre compositore Leoncavallo il 18 aprile 1912 da Ardenga (Livorno): “Farei io stesso i tagli a Zazà e spedirò l'opera a Lei. Lietissimo che la signora Ferrabini canti questa parte che deve adattarsi alla sua voce deliziosa e alla sua squisita natura d'artista e onorato di sapere Zazà diretta da lei” (Donazione Elsa Jacchia cit., autografo inedito, n. 15).
Nel 1914 Agide lasciò il Canada per divenire direttore principale della “Century Opera Company” di New York.
A BOSTON
Negli anni seguenti 1915-16 funominato direttore per due anni della “Boston National Opera Company” e fin dall'ottobre 1915 si alternò con l'amico Roberto Moranzoni (Bari 1880-Desio, MI, 1959) nella direzione di varie opere che furono rappresentate in teatri importanti, quali l'Auditorium di Chicago, l'Odeon di St. Louis, lo Schubert di Louisville, il Garrick di Detroit, l'Arena di Toronto e persino il Manhattan di New York.
1917
Nella primavera 1917, attraverso un'intensissima attività, l'instancabile Jacchia arrivò alla direzione dei famosi Pops Concerts della “Boston Symphony Orchestra”, incarico che mantenne sino al 1926. Tutta la stampa di Boston decretò il grande trionfo riportato da Iacchia alla Symphony Hall dirigendo per la prima volta questa importante orchestra. Come si evince dalla “Rivista teatrale Melodrammatica” del 22-30 novembre 1917 “aveva superato in cultura e perizia i maestri tedeschi, americani e russi che lo avevano preceduto nelle direzioni sinfoniche ammirando la stupenda interpretazione dello sceltissimo programma svolto con le intenzioni volute dagli immortali autori e fra le più calde ed insistenti acclamazioni dell'eletto uditorio. Si è rivelato maestro di grande valore e d'ingegno brillante. In 35 anni della vita artistica della Symphony questa è la prima volta che un direttore italiano ne dirige i concerti”.
1920: DIRETTORE DEL CONSERVATORIO DI BOSTON
Nel febbraio 1920 Agide fondò a Boston il primo Conservatorio di Musica, di cui divenne pure Presidente e Direttore, una posizione invidiabile che tenne per molti anni sino al 1926 contribuendo ad aumentarne il prestigio artistico grazie alla notevole esperienza maturata sin dal diploma e alle ricche conoscenze acquisite. Aveva anche incoraggiato sua moglie, Ester Ferrabini, a far parte della facoltà del Conservatorio della città. Infine, anche per compiere un'opera divulgativa della musica operistica italiana, nel 1921 Agide terminerà la sua tournée in Messico. Nel 1925 “Il Carroccio” pubblicò una gratificante recensione nel vol. 21 scrivendo che Jacchia, “che dirige da nove anni i Concerti Pops a Boston, stabilisce con questo cinquecentesimo concerto un record di cui l'organizzazione orchestrale è fiera e di cui il maestro italiano può veramente sentirsi orgoglioso”. Purtroppo per un disaccordo insorto con la direzione della “Boston Symphony Orchestra” che aveva ridotto il numero dei musicisti rendendo l'orchestra squilibrata ed inadeguata, il 1 luglio 1926 egli si rifiutò di dirigere il concerto finale ”Pop” e diede le dimissioni (“The New York Times”, Boston, 2 luglio 1926). Nel frattempo si era fatto conoscere pure per la sua intensa attività di egregio compositore e per aver trascritto ed arrangiato per orchestra brani pucciniani, verdiani e di altri insigni compositori. Per la notevole mole dei lavori, molti dei quali composti e conservati negli Stati Uniti, si ricordano indicativamente alcuni arrangiamenti per orchestra eseguiti nel corso dei Concerti Pops: Tre Notturni di Chopin, Impromptu, op. 90, n. 2 di Schubert, Capriccio-Pastorale e Capriccio di Scarlatti, Adagio cantabile di Beethoven, Rondò capriccioso di Mendelssohn, Il canto dei barcaioli del Volga, alcune opere di Caccini, Van Westerhout ed altri. Scrisse pure due libri: Ear-training, Book 1, Boston: s.n., 1926; Thirthysix vocalises, 2ªedizione, Boston 1923.
IL RITORNO IN ITALIA
Nel 1928 Jacchia con la moglie Ester e la figlia Elsa abbandonò definitivamente gli Stati Uniti stabilendosi in Toscana, pare a Siena, dove riprese la sua attività artistica. Si apprende, ad esempio, che in un Concerto sinfonico tenuto a Venezia nel marzo 1931 si alternò sul podio ad insigni musicisti, quali Busch, Toni e Strauss cimentandosi, tra l'altro, nell'Interludio Elegiaco di Guglielmo Russo e “affermando belle qualità” (“Musica d'oggi”, n. 4, aprile 1931, pp. 179-180).
LA MORTE PREMATURA
Agide scomparve a soli 57 anni il 29 novembre 1932 nell'ospedale di Santa Maria della Scala, il giorno successivo all'invio di questa addolorata lettera che rivela il profondo affetto del M° Mascagni per il suo allievo del Liceo Pesarese. Fu spedita ad Anna Lolli (Bagnara di Romagna 1888- Lugo 1972), la donna amata che egli aveva conosciuto durante le prove di Iris al Teatro Costanzi di Roma (M.Morini-R.Iovino-A.Paloscia, a c., Pietro Mascagni: Epistolario, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 1996, vol. II, p. 206).
Questa notte, a ore 3, ho ricevuto un telegramma urgente: il povero Agide Jacchia sta morendo: dal telegramma ho creduto di capire che, essendosi aggravato nella clinica di quel medico, di cui ti parlai, che sta fra Chiusi e Siena, è stato trasportato nell'ospedale di Siena, dove ora giace moribondo. Io parto per Siena, ma non so se lo troverò ancora in vita. Ad ogni modo io compio un mio sacrosanto dovere verso il più caro e il più fedele dei miei allievi. Perdonami se non ho il tempo per venirti a salutare. Da Siena ti terrò informata telegraficamente. Speriamo! Speriamo ancora! Povero Jacchia! ...
Attraverso la lettura delle entusiastiche recensioni si è delineata chiaramente la figura di questo insigne musicista che si distinse non solo per le peculiari ed ottime doti possedute, ma pure per la notevole cultura di studioso e di artista raffinato e geniale. Lugo, sua città natale, lo volle ricordare in modo particolare nel settembre 2008, in occasione delle manifestazioni indette nella Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata specificatamente alla musica, ma ci si augura che presto gli sia dedicata una via a perenne memoria.
Roberta Paganelli