Ottant'anni fa, esattamente il 7 Settembre 1940 a Veggiano (PD) nasceva Giuseppe Giacomini, uno dei più grandi tenori della storia.
Comincia a studiare con Elena Fava Ceriati, quindi con Marcello Del Monaco e Vladimiri Badiali. Il suo debutto professionale avviene con Pinkerton (Madama Butterfly) nel 1966 a Vercelli. Nel 1969 è Turiddu (Cavalleria Rusticana) e Des Grieux (Manon Lescaut) a Parma e Modena.
Nel 1970 canta a Berlino in Manon Lescaut, ne “Il Tabarro” a Lisbona nel 1971, in Tosca a Barcellona nel 1972 e a Vienna e a Monaco nel 1973. Nel 1974 canta al Teatro alla Scala di Milano ne “La Forza del Destino” e ne “La Boheme” nel 1975.
Si esibisce nei principali teatri italiani: Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro dell’Opera di Roma e Teatro Regio di Parma.
In seguito canterà al Teatro Colón di Buenos Aires, al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, al Grand Opéra di Parigi, Berlino, Köln, Düsseldorf, Francoforte sul Meno, Amburgo, Monaco, Wiesbaden, Budapest, Barcellona, Lisbona, Zurigo e Boston (debutto americano ne “La Fanciulla del West” nel 1975).
Il debutto al Met avviene nel 1976 come Alvaro ne “La forza del destino”, seguito da una serie di apparizioni come Macduff del Macbeth verdiano e Don Carlo (1982), Manrico ne “Il Trovatore”, Canio ne “I Pagliacci” e Cavaradossi in “Tosca”.
Il debutto al Covent Garden avviene nel 1980 con La Fanciulla del West. Nel 1985 canta al festival di Ravenna e nel 1987 all’Opera di Houston(Texas) come Giasone nella “Medea” di Cherubini. Il suo primo Otello lo canta lo stesso anno a New Orleans mentre al Covent Garden di Londra canta Pollione in Norma. La stagione 1988-89 lo vede impegnato in parecchie recite di Aida (Radames) e La Forza del Destino (Don Alvaro) a Chicago. Canta in Aida (Radames) all'Arena di Verona negli anni 1978, 1980, 1985 e 1996.
Molto apprezzato per la sua voce scura di tenore drammatico, si è mostrato piuttosto versatile e ha ricevuto molti consensi per le sue interpretazioni nelle opere di Bellini, Puccini, Verdi, Donizetti e Mascagni, per Lohengrin (uno degli ultimi tenori italiani che ha cantato questa parte) e Nerone ne “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi.
Altri successi sono stati Otello a San Diego nel 1986, Alvaro nel 1989 al Teatro Filarmonico di Verona, Radames al Colon di Buenos Aires nel 1989 ed ha avuto ottenuto un trionfo come Andrea Chenier alla Wiener Staatsoper nel 1994. Sempre a Vienna ha cantato Radames (1990, 1993 e 1994), Otello (1991, 1997), Manrico (1996), Calaf (1997, 1998), e Cavaradossi (1997, 1998).
Ha partecipato alla prima mondiale de “La Lupa” di Marco Tutino a Livorno (1990) nel ruolo di Nanni e con Des Grieux all’anniversario dei 100 anni dalla prima di Manon Lescaut di Puccini al Teatro Regio di Torino. Ha anche cantato per la famiglia reale al Covent Garden nel 1988 e per Gorbaciov a Mosca. Ha preso parte alla storica rappresentazione di Aida alle piramidi del Cairo nel 1987 ed è stato Calaf a Seul in occasione dell’apertura dei Giochi Olimpici 1988. Ha cantato in opere rare come Fausta (Donizetti) a Roma nel 1981 e i Medici (Leoncavallo) a Francoforte nel 1993.
Nel primo decennio del XXI secolo si è esibizioni ancora in parecchi teatri importanti: nel ruolo di Cavaradossi in Tosca alla National Opera di Oslo nel Gennaio 2000, Samson et Dalila a Zurigo nel Giugno 2000 e Cavaradossi alla Royal Opera di Londra nel Settembre 2000. Nel 2005 è ancora una volta Calaf e Turiddu al Teatro dell'Opera di Roma. Pian piano ha diradato gli impegni operistici in favore di svariati concerti tenuti in tutto il mondo.
Nonostante una lunga lista di premi e onori ed una lunga carriera con esibizioni nei più prestigiosi teatri del mondo, Giuseppe Giacomini è rimasto alquanto sconosciuto al grande pubblico e probabilmente non ha mai ottenuto la fama che avrebbe meritato.
A dimostrazione della sua notevole caratura di tenore va indubbiamente considerata - ad onta di un repertorio pesantissimo - la durata di una carriera quarantennale.
I dati oggettivi, di pura cronaca, fin qui riportati parlano da sé ma vorrei aggiungere anche qualche considerazione personale. Ebbi la fortuna di ascoltare Giuseppe Giacomini in teatro in svariate occasioni: La forza del destino a Bergamo, Luisa Miller, Tosca e La fanciulla del West alla Scala, Aida all'Arena di Verona, Andrea Chenier a Vienna, un'indimenticabile concerto accanto a Daniela Dessì alla Scala ed in altre innumerevoli circostanze legate ai vari riconoscimenti tributatigli da molte associazioni liriche. Il mio ricordo è quello di una voce e un'emissione che spesso mi sono sembrate oltre ogni possibilità umana. Quello che percepirono le mie orecche è difficilmente spiegabile a parole: il volume enorme dava quasi l'impressione di provenire da una lucidissima canna d'acciaio simile a quelle presenti negli organi della grandi cattedrali. Ricordo ancora, duranti i concertati di Luisa Miller la voce del grande tenore padovano sovrastare tutto e tutti, salire in loggione - dov'ero seduto - con una sonorità impressionante e rimbalzare sul muro posto dietro le seggiole. Ma Giacomini non era solo volume. Basta andare su youtube per avere a disposizione molte esecuzioni d'arie d'opera in cui sfoggia dei legati impareggiabili in cui inanella, con dei fiati portentosi, smorzature, mezzevoci e crescendi decisamente fuori dal normale. In Italia si sente troppo spesso raccontare della sua discontinuità di rendimento. Certo, come tutti avrà avuto le sue serate no. Evidentemente io sarò stato fortunato perchè solo in un'Aida all'Arena di Verona lo sentii cantare non bene come al solito, anzi, per onestà intellettuale devo ammettere, incorse in parecchi incidenti di percorso, come se non fosse in buone condizioni di salute. É innegabile che il periodo d'oro di Giacomini sia coinciso con gli anni in cui il celletti-pensiero era parecchio diffuso non giovando alle vocalità di peso come quella del grande Bepi. E mentre in Italia non gli si perdonava nulla, all'estero raccoglieva successi di pubblico e di critica epocali. A tal proposito si guardi il filmato - più sotto - del Nessun dorma cantato nel 1989 al Bolshoi di Mosca e bissato dopo cinque minuti di applausi sfrenati.
Penso che Giuseppe Giacomini meriterebbe, soprattutto in Italia, ben altra considerazione da parte della "critica togata" e sarebbe ora di rivalutarlo dandogli il posto che merita nella storia dell'opera lirica.
Buon compleanno Giuseppe Giacomini, tenore indimenticabile.
Danilo Boaretto
Intervista a Giuseppe Giacomini effettuata durante il mese di luglio 2006
Nessun dorma cantato al Teatro Bolshoi di Mosca con bis dopo 5 minuti di applausi deliranti