Macbeth | Étienne Dupuis |
Lady Macbeth | Ewa Płonka |
Macduff | Kang Wang |
Banquo | Soloman Howard |
Malcolm | Nicholas Huff |
Lady-in-Waiting | Anneliese Klenetsky |
Doctor | Sergio Martínez |
Warrior (First Apparition) | Jonathan Patton |
Bloody Child (Second Apparition) | Kresley Figueroa |
Crowned Child (Third Apparition) | Viviana Goodwin |
Direttore | Evan Rogister |
Regia | Brenna Corner |
Scene | Erhard Rom |
Costumi |
Co-produzione con la Lyric Opera of Chicago e la Canadian Opera Company
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Luci | A.J. Guban |
Proiezioni | S. Katy Tucker |
Maestro del coro | Steven Gathman |
Orchestra e Coro della Washington National Operaxz Washington National Opera Corps Dancers |
Dopo aver aperto la stagione con Fidelio, il Washington National Opera (WNO) prosegue con una nuova produzione di Macbeth di Giuseppe Verdi, nella quale hanno spiccato Étienne Dupuis ed Ewa Płonka nei panni dei coniugi Macbeth.La produzione di questo Macbeth è stata affidata alla regista Brenna Corner, la quale, per descrivere la sua concezione dell’opera, ha spiegato che per lei le streghe sono gli spiriti dei caduti delle guerre di Scozia e che appaiono a Macbeth e Banco sotto le sembianze di tre figure incappucciate. Bene, questa era praticamente l’unica idea di regia in tutta l’opera, e peraltro non era neppure molto intelliggibile. Per il resto si sono viste le solite cose di qualsiasi produzione di Macbeth semi-tradizionale, con una goffa parata regale nel primo atto e i più prevedibili movimenti del teatro d’opera. Erhard Rom ha disegnato le scene, che erano scarne, astratte, ed evidentemente riciclate dal Fidelio del mese prima. I costumi - in stile Ottocentesco - invece non è chiaro chi li abbia disegnati, ma erano abbastanza generici da poter essere usati in almeno una ventina di opere (infatti il libretto di sala ci dice solo che erano stati creati in collaborazione con Chicago e la Canadian Opera Company). I video, curati da S. Katy Tucker, hanno fatto bene il loro lavoro nelle apparizioni e durante gli intervalli, dove venivano proiettate delle battute dal dramma di Shakespeare. Tutto sommato l’allestimento aveva il pregio delle regie mediocri: non disturbava.Evan Rogister ha diretto l’orchestra e il coro del WNO con un’energia contagiosa, puntando tutto sui contrasti e sui colori forti. L’orchestra però non seguiva sempre con precisione le indicazioni del direttore e in qualche punto la tensione sembrava perdersi. Vero è che il Macbeth è una di quelle opere dove la tensione drammatica si deve costruire con una buona messa in scena. Lo stesso Verdi, peraltro, ne era consapevole e per questo aveva curato maniacalmente l'allestimento della prima fiorentina, e anche per questo era caduta miseramente la prima parigina non curata da Verdi.Il pregio di questo Macbeth era invece tutto nelle voci dei protagonisti. Il ruolo eponimo era interpretato da Étienne Dupuis, al suo debutto a Wasghinton. Ogni frase di questo baritono era interpretata con una tale naturalezza drammatica che quasi sembrava dire invece di cantare le frasi musicali. L’attenzione alla dizione e all’espressione era tale che non aveva paura ad aprire le vocali (senza mai stimbrare i suoni) nei momenti dialogati, mantenendo però un’emissione più rotonda e piena nei passaggi più melodici. Dupuis ha creato un Macbeth particolarmente giovanile e vivace, con il momento più bello, a mio avviso, nel monologo “Mi si affaccia un pugnal!”, che mai quanto in questa occasione mi è sembrato presagire il “Pari siamo” di Rigoletto.Il ruolo della Lady era affidato a Ewa Płonka, che avevo già avuto modo di sentire lo scorso maggio sullo stesso palcoscenico come Turandot, nella prima del nuovo e bel finale di Christopher Tin. Se allora la voce della Płonka mi sembrava sfolgorante per volume e timbro, questa volta invece ha alleggerito la voce per permettere le agilità. Rispetto a Turandot, però, la Lady richiede anche un registro grave che il soprano polacco non ha ancora sviluppato a pieno. La scena del sonnambulismo era tutta sussurrata e, nonostante il direttore tenesse il volume orchestrale al minimo, veniva coperta dall’orchestra nelle note gravi. Infine, la lettura della lettera - che è un banco di prova non minore delle arie - è stata eseguita con una voce registrata (apparentemente della stessa cantante). Nonostante tutto, la Płonka ha compensato con una buona presenza scenica ed un grande controllo del registro acuto (il re sopracuto del sonnambulismo era emesso con sorprendente naturalezza).Kang Wang come Macduff ha brillato nella “paterna mano”, mostrando una bella proiezione vocale e un bel timbro da tenore lirico, anche se un po’ generico nell’espressione (soprattutto dopo aver sentito Étienne Dupuis). Soloman Howard interpretava Banco con voce scura e potente, anche se con un non completo controllo del registro grave, così importante per la parte. Buono anche Nicholas Huff nella parte di Malcolm.A chiudere il cast erano i giovani cantanti del Cafritz Young Artist program già sentiti nelle precedenti produzioni del WNO, tra cui Anneliese Klenetsky come la dama di compagnia, Sergio Martínez come dottore e, per le voci delle tre apparizioni, Kresley Figueroa per il bambino insanguinato, Viviana Goodwin per il bambino incoronato, e il bravo Jonathan Patton per il guerriero.Buono il coro del WNO, che però avrebbe potuto beneficiare di qualche componente in più, dato che erano distinguibili le singole voci dei coristi, soprattutto nella “Patria oppressa” e nel finale. Lo spettacolo è stato accolto con un caloroso applauso e la solita standing ovation per tutto il cast, anche se il calore del pubblico ha segnato un calo all’entrata del team registico. Infine, se si vuole sentire una parodia della scena delle apparizioni di Macbeth, si può ascoltare la scena del sotterraneo dell’ultimo atto di Crispino e la Comare. Nell’opera di Verdi le streghe mostrano le visioni e Macbeth commenta inorridito, nell’opera buffa dei Ricci, la Comare rivela l’identità di ciascuna fiammella alle quali Crispino risponde in modo spiritoso. In appena tre anni dalla prima, il Macbeth verdiano era diventato così famoso che lo si poteva prendere in giro in un gioco di allusioni. La recensione si riferisce alla prima del 13 novembre 2024.
Francesco Zanibellato