Don Ramiro | Pietro Adaini |
Dandini | Alessandro Luongo |
Don Magnifico | Carlo Lepore |
Clorinda | Daniela Cappiello |
Tisbe | Valeria Girardello |
Angelina | Maria Kataeva |
Alidoro | Matteo D'Apolito |
Direttore | Francesco Lanzillotta |
Regia | Manu Lalli |
Assistente alla regia | Chiara Casalbuoni |
Scene | Roberta Lazzeri |
Costumi | Gianna Poli |
Luci | Vincenzo Apicella |
riprese da | Sergio Toffali |
Maestro del Coro | Roberto Gabbiani |
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona |
Malgrado la popolarità del titolo, le presenze di Cenerentola a Verona si limitano ad appena tre: il debutto sulle scene del Teatro Filarmonico ricostruito avviene solo nel 1996, per poi tornare nel 2016 e nella Stagione Lirica in corso, quale ultima opera in cartellone.
Viene ripreso l'allestimento fiorentino firmato da Manu Lalli, nato all'aperto per Palazzo Pitti nel 2017 e riadattato "al chiuso" per il Teatro del Maggio dov'è stato riproposto nel 2018 e nel settembre di quest'anno. Rimando alle riflessioni dei colleghi Silvano Capecchi e Fabrizio Moschini per un'analisi più approfondita dello spettacolo, mi limito qui a riportare il grande apprezzamento riservatogli dal pubblico per il suo carattere fiabesco e facilmente accessibile anche a un pubblico di bambini, benché spesso indulga in controscene e mossette fin troppo caricaturali e che distraggono dall'assetto musicale.
La compagnia di canto non si lascia comunque mettere in ombra, grazie soprattutto alla pregevole direzione di Francesco Lanzillotta, briosa e vitale al punto giusto e che non cede alla tentazione di staccare tempi al fulmicotone massacranti per le voci ma, anzi, le fa risaltare al meglio delle loro potenzialità. Concorrono a questo proposito la brillante prestazione dell'Orchestra dell'Arena di Verona, compatta e dalle dinamiche sapientemente dosate, e il valido apporto dei maestri al fortepiano e al violoncello impegnati nei recitativi (di cui però la locandina non riporta i nomi).
Di buon livello l'interpretazione delle voci maschili del Coro di Fondazione Arena, egregiamente preparate da Roberto Gabbiani.
Senza girarci troppo intorno, Maria Kataeva è un'ottima protagonista. Il mezzosoprano russo vanta una voce dal colore piacevolmente screziato, un'emissione dei suoni solida, un'estensione ragguardevole (corposa nei gravi, adamantina in acuto) e un'ottima dizione italiana. Senza risparmiarsi in alcun brano che la veda impegnata per tutta l'opera, il Rondò finale corona un'interpretazione di assoluto rilievo premiata dai fanatici applausi del pubblico partiti spontaneamente senza aspettare la calata del sipario.
Già presente nell'edizione del 2016 e in più occasioni impegnato nel ruolo, Pietro Adaini rende bene l'iniziale ritrosia di Don Ramiro con una linea di canto garbata ed aggraziata che si stempera con l'incontro con Cenerentola, sgranando di volta in volta colorature e sovracuti con facilità e disinvoltura.
Ormai interprete di riferimento nei ruoli rossiniani di basso buffo a Verona (è stato in più edizioni Bartolo, oltre ad aver interpretato Mustafà nell'Italiana in Algeri e Blansac nella Scala di seta), Carlo Lepore è un Don Magnifico non solo istrionico e scenicamente disinvolto ma anche ben cantato, dal volume sempre a fuoco che non cede mai neanche nei passaggi più concitati, tra cui la terribile stretta sillabata di "Sia qualunque delle figlie".
Alessandro Luongo è un Dandini guascone, adeguatamente affettato nei panni del finto principe come evidenziato dai lunghi e ben sostenuti fiati nella cavatina "Come un'ape".
Sostituto last minute dell'indisposto Gabriele Sagona, Matteo D'Apolito riprende il ruolo di Alidoro dopo le recenti recite fiorentine distinguendosi per uno strumento vocale stentoreo e ben proiettato.
Praticamente sempre sopra le righe per quanto riguarda l'interpretazione teatrale, le due sorellastre si rivelano più calibrate dal punto di vista musicale: Daniela Cappiello è una Clorinda puntigliosa e dagli acuti taglienti, Valeria Girardello una Tisbe dai gravi fascinosi.
Filarmonico gremito (e tale è l'andamento per le prossime date in cartellone) e pubblico festante. Successo al calor bianco per tutti, direttore, team registico e solisti, con le ovazioni più intense indirizzate alla protagonista.
La recensione si riferisce alla recita di domenica 17 novembre 2024.
Martino Pinali