Anna | Claudia Nicole Calabrese |
Roberto | Gianluca Pasolini |
Guglielmo Wulf | Alessandro Pento |
Direttore | Manfredo Di Crescenzo |
Maestro del Coro | Alberto Martinelli |
Max Contemporary Orchestra | |
Coro Lirico d'Abruzzo | |
Compagnia Balletto di Pescara | |
esecuzione in forma di concerto |
Le opere di breve durata e con pochi personaggi sono in genere considerate agili da mettere in scena quando non ci sono budget e/o risorse di grande entità, ma a ben vedere Le Villi non rientrerebbe nemmeno in questa categoria, per la presenza importante del Coro, per il marcato sinfonismo, caratterizzante del primo lavoro pucciniano e che quindi richiede un’orchestra non propriamente da camera, e per la presenza del corpo di ballo, parte fondante già dall’intestazione di “opera-ballo”. Abbiamo dunque salutato con grande piacere l’esecuzione di quest’opera in forma di concerto, ma con la presenza del corpo di ballo, nel complesso dell’Aurum, l’ex Kursaal primonovecentesco di Pescara successivamente convertito in distilleria del celebre liquore abruzzese da cui ha poi mutuato il nome, e ora polo culturale e museale dopo una lunga ristrutturazione.
Alla guida dell’ottima Max Contemporary Orchestra Manfredo Di Crescenzo ha diretto con sicurezza e attenzione una partitura non propriamente di repertorio, elemento non secondario nel giudizio complessivo, evidenziando soprattutto il lato più sinfonico forse un po' a scapito delle voci, complice l’acustica non propriamente ideale della sala. E’ anche vero che, a gusto assolutamente personale, in un’opera come questa il turgore di suono non è affatto improprio, se ci sono pulizia degli attacchi e amalgama delle sezioni come in effetti si è verificato, per godere appieno, fra le altre cose, del wagnerismo del finale primo atto e dei rimandi bizetiani dell’intermezzo che apre il secondo atto.
Nel cast ha benissimo impressionato Claudia Nicole Calabrese, che alle qualità timbriche già apprezzate in precedenti ascolti ha aggiunto un’apprezzabile uniformità di emissione in una tessitura evidentemente molto congeniale. Ma è soprattutto come interprete che si è fatta valere, fanciulla innamorata e palpitante nella romanza “Se come voi piccina”, e poi nel secondo atto spirito di vendetta con il giusto cambio di accento (efficacissimo, in particolare, quello trovato nella frase “Io t'amai... tu mi tradisti...Io t'attesi... e non venisti... “). Gianluca Pasolini canta molto bene e con voce di sostanza la parte del fedifrago Roberto, appena un po' carente di fraseggio nel corso del primo atto dove sembrava che avesse necessità di scaldare la voce. Le cose migliorano sensibilmente nel secondo atto, con la romanza “Torna i felici dì” affrontata con grande partecipazione emotiva e squillo sui non pochi acuti, al pari del drammatico finale. Giudizio sospeso sulla prova di Alessandro Pento, sofferente di mali di stagione e con evidenti difficoltà di respirazione che hanno pregiudicato sia il registro acuto che l’intonazione: si sono comunque apprezzati il colore di voce e la ricchezza degli armonici.
Di livello la prova del Coro Lirico d'Abruzzo, che in una partitura praticamente sconosciuta per tutti gli artisti e con quasi zero prove ha portato a casa un risultato apprezzabile per compattezza e precisione. Bravissimi i giovani allievi della Compagnia Balletto di Pescara, che in uno spazio ristretto e con più di una difficoltà logistica hanno accompagnato la musica e ben reso visivamente il drammatico finale della morte di Roberto, stremato dalla ridda delle Villi.
Sala piena per circa metà della capienza ma con il pubblico che ha comunque apprezzato l’inusuale proposta e tributato un franco successo.
La recensione si riferisce alla recita del 30 dicembre 2024
Domenico Ciccone