Soprano | Maria Agresta |
Basso | Ildar Abdrazakov |
Soprano | Nadine Sierra |
Tenore | Francesco Demuro |
Soprano | Pretty Yende |
Direttore | Giacomo Sagripanti |
Maestro del Coro | Gea Garatti Ansini |
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo |
"Gala Mozart Belcanto": nonostante questo titolo, sappiamo che non si tratta di due mondi contrapposti: il grande salisburghese non è un compositore belcantista in senso storico, ma per cantarlo bene le regole sono le stesse.
Questo recital è stato una bella sorpresa nel cartellone streaming del San Carlo, e ha riunito cinque voci lanciatissime in carriere internazionali. Interessante vederle insieme sul palcoscenico napoletano impegnate anche in duetti, qualcuno più usuale (l'onnipresente Là ci darem la mano), qualche altro meno scontato (quello dall'Elisir d'amore) o decisamente inatteso, come la Canzonetta sull'aria dalle Nozze di Figaro.
Dunque la rivincita di un repertorio amatissimo da tutti (o quasi) gli appassionati, ma che nei recital resta sovente un passo indietro rispetto agli incombenti Verdi e Puccini.
Tutto bene quindi, ma resta l'assenza del pubblico che con un velo di tristezza ha reso meccanico l'andirivieni degli artisti fra le quinte e il palcoscenico: tutti sono apparsi ispirati, tesi a dare il meglio senza risparmio, ma la mancanza delle reazioni immediate di un uditorio si è fatta sentire.
A proposito delle varie performance si potrebbe parlare di qualche nota poco a fuoco o di qualche voce un po' fredda ma viste le condizioni di ascolto, da casa e attraverso un altoparlante, onestamente ci sembra più corretto astenerci da giudizi troppo particolareggiati.
A reggere le fila della serata Giacomo Sagripanti a capo di un'Orchestra del San Carlo in gran forma e in ottima intesa col podio, multiforme negli umori dei diversi brani e autentica protagonista nei numeri strumentali a partire da un'Ouverture delle Nozze di Figaro piena di colori e di energia. A seguire una teatralissima e contrastata Sinfonia di Norma e verso la fine una lettura concitata e animata di quella dei Capuleti e Montecchi.
Ildar Abdrazakov e Nadine Sierra hanno aperto la serata in stile mozartiano con il citato Là ci darem la mano. Lui un Don Giovanni dalla ferma sicurezza vocale, lei una Zerlina dalle tinte scure. Abdrazakov tornerà poi in altri due numeri, prima come Leporello (Madamina, il catalogo è questo) poi Don Basilio in una trascinante Calunnia, eseguita integralmente.
Rossini era già entrato in scena poco prima con Pretty Yende, al suo esordio al San Carlo. Il soprano colora da subito Una voce poco fa con innumerevoli variazioni, non tutte ugualmente belle all'ascolto, ma srotolate con sicurezza nonostante qualche sporadica nota un po' "sporca", fino ad un fuoco di artificio finale a dimostrazione di trovarsi in un repertorio e uno stile adatti a lei.
Di nuovo a Napoli dopo la recente Traviata poco prima della nuova chiusura, Francesco Demuro, si è alternato in tre titoli tipici del Belcanto: La figlia del reggimento, I puritani e L'elisir d'amore. Come Tonio ha affrontato con impeto la fatidica Ah! Mes amis, quel jour de fête eseguita chissà perchè senza l'ausilio del coro. Con lo stesso slancio poi ha affrontato A te, o cara, amor talora, col preciso contraltare di Pretty Yende, ad anticipare il duetto che li avrebbe visti impegnati più tardi nella scena Caro Elisir sei mio - Esulti pur la barbara, entrambi bravi in una tavolozza di umori diversi e contrastanti resi col giusto spirito.
Dopo quella rossiniana Pretty Yende è tornata anche come Rosina mozartiana insieme a Nadine Sierra, una Susanna dai toni particolarmente caldi, in una carezzevole Canzonetta sull'aria eseguita con precisione e morbidezza.
Con Maria Agresta si è aperta la porta sul versante tragico della serata. In E Sara in questi orribili momenti….Vivi, ingrato l'artista campana ha dato subito notevole pregnanza drammatica già al recitativo. La successiva Casta diva l’ha mostrata concentratissima nel controllo delle innumerevoli insidie di cui l'aria è disseminata. Tutto ciò mai a scapito di un fraseggio cosciente e rispettando il carattere solenne di ieratica invocazione del momento.
Il Coro del San Carlo diretto da Gea Garatti Ansini ha dato un’altra ottima prova, pronto a rispondere alle diverse esigenze dei vari momenti operistici e nel ben contrastato Che interminabile andirivieni dal Don Pasquale. Solo, i bravi artisti dovrebbero mostrarsi più coinvolti nella parola cantata, oltre che corretti esecutori.
In chiusura della serata Nadine Sierra diventa una Lucia di Lammermoor sicuramente non usignolo. Ardon gli incensi è eseguita con accenti perfino commoventi e precisa nella cadenza, che vede in evidenza anche il primo flauto del San Carlo Bernard Labiausse. In Spargi d'amaro pianto, eseguita senza ripetizione, la cantante non lesina le variazioni ma sempre restando "dentro" il momento drammatico, in un crescendo di pathos.
Per chi fosse interessato, la serata è disponibile on demand fra il 25 e il 31 dicembre sul sito del teatro San Carlo.
La recensione si riferisce alla trasmissione in streaming del 10 dicembre 2020.
Bruno Tredicine