Soprano | Nadine Sierra |
Soprano | Pretty Yende |
Pianoforte | Luigi Angelo Maresca |
Direttore | Pablo Mielgo |
Programma | |
Gioachino Rossini | Elisabetta regina d'Inghilterra, “Pensa....Non bastan quelle lagrime" |
Gaetano Donizetti | Don Pasquale, “Quel guardo il cavaliere" |
Vincenzo Bellini | La Sonnambula, "Ah se una volta sola...ah non credea mirarti...ah non giunge" |
Giuseppe Verdi | La traviata, “È strano... Ah! Fors'è lui... Follie! Follie!" |
Vincenzo Bellini | Norma, “Mira, o Norma... Sì, fino all'ore" |
Léo Delibes | Lakmé, “Sous le dôme épais" |
Franz Léhar | La vedova allegra, romanza della "Vilja" |
Jacques Offenbach | I racconti di Hoffmann, "Les oiseaux dans la charmille" |
Eduardo Di Capua | ‘O Sole mio! |
Gioachino Rossini | “La Danza” |
Victor Herbert | The enchantress, “Art is calling for me/I want to be a Primadonna" |
Leonard Bernstein | West Side Story, “I feel pretty" |
È approdato anche a Napoli il recital che Pretty Yende e Nadine Sierra stanno portando un po’ in tutta Europa, la tappa più recente era stata Parigi. Una serata che non era in cartellone e fu annunciata a sorpresa alla fine del concerto che la stessa Yende tenne al San Carlo ad aprile. In mezzo c’è stata l’incoronazione di Re Carlo che l’ha vista fra gli ospiti del versante musicale nell’Abbazia di Westminster, e questo è stato il suo rientro su un palcoscenico dopo un impegno a suo modo storico.
Un’occasione particolare per tanti motivi, dunque, e un vero e proprio trionfo, con un delirio di applausi per le due affiatatissime protagoniste. Con generosità sono entrate subito in sintonia col pubblico padroneggiando una serie di pagine musicali non di tutto riposo. Interpreti a tutto tondo, dunque: da Elisabetta e Matilde rossiniane a Norma e Adalgisa, Norina, Olympia, Hanna Glawari e così via, le due interpreti non hanno perso un colpo per quanto riguarda lo stile vocale, la sintonia col carattere del personaggio e soprattutto senza mostrare segni di stanchezza nonostante la lunghezza del recital e i tempi di riposo ridotti vista la forzata cancellazione dei tre numeri orchestrali previsti.
Tutto bene sembrerebbe, ma il San Carlo è in piena burrasca, il sovrintendente pare debba lasciare in tempi brevissimi l’incarico, e le maestranze vedono messi in pericolo gli impegni già presi, per cui l’orchestra era scesa in sciopero mettendo a rischio il concerto. Fortunatamente è stato reperito il pianista Luigi Angelo Maresca, salutato come salvatore della serata che è diventata per voci e pianoforte sotto l’occhio del direttore Pablo Mielgo la cui presenza poteva sembrare singolare, ma si è rivelata poi necessaria per coordinare gli artisti che presumibilmente avevano avuto poco tempo per ricalibrarsi e provare nella nuova dimensione voce-pianoforte.
Forzosamente cancellate, come dicevamo, le tre pagine orchestrali in programma, per i due soprani si è ridotto il tempo di riposo, e a loro onore va l’avere mantenuto immutata l’intera scaletta riducendo probabilmente solo il numero dei bis: al contrario di quello che raccontano le cronache delle loro altre esibizioni insieme, qui ne è stato concesso uno solo, la “Canzonetta sull’aria” dalle Nozze di Figaro, eseguita tra l’altro con mirabile equilibrio.
Comunque sia, concerti per voce e pianoforte ci sono da sempre, ma in questo caso il tutto era stato pianificato diversamente e nonostante la bravura del pianista Maresca la mancanza dell’orchestra si è fatta sentire subito nel duetto “Pensa che sol per poco… Non bastan quelle lagrime” da Elisabetta regina d’Inghilterra di Rossini, una scelta non da poco, messa lì a inizio di serata ma in cui Nadine Sierra (Elisabetta) e Pretty Yende (Matilde) si dimostrano primedonne agguerrite, con prepotenza di accenti e sicurezza nelle evoluzioni della scrittura rossiniana.
L’altro duetto belcantistico in programma, “Mira, o Norma”, è arrivato in chiusura della prima parte, con le voci ancora meglio armonizzate tanto da chiedersi se in futuro le due cantanti non possano essere protagoniste di una nuova versione di quest’opera per due soprani, visto come ha ben funzionato l’intreccio fra due timbri ben differenziati, più pieno e maturo quello di Nadine Sierra (Norma), più leggero, ma sempre ben consistente, quello di Pretty Yende (Adalgisa).
Il resto della serata è stato diviso equamente fra le due. La prima parte è stata dedicata all’opera italiana, con una Sierra spiritosa ed agile nella cavatina di Norina dal Don Pasquale, e nella grande scena di Violetta della Traviata verdiana, presa con grande sicurezza, e se in “Sempre libera” trova qualche ostacolo lo supera subito con disinvoltura. La voce di Alfredo dietro le quinte è quella della collega, con un effetto straniante ma sorprendentemente non male.
Nel finale della Sonnambula Pretty Yende commuove soprattutto nel recitativo “Ah, se una volta sola” che la vede disegnare un’Adina smarrita che poi in “Ah, non credea mirarti” mette in gioco un canto legato e tutto sul fiato prima di scatenarsi nel fuoco d’artificio della cabaletta, con variazioni indovinate nella ripresa.
Nella seconda parte del concerto le due lasciano l’Italia verso l’opera europea, in perfetta armonia d’intenti e soprattutto musicale col celeberrimo Duetto “dei fiori”, "Sous le dôme épais" dalla Lakmè di Delibes.
Il “Vilja Lied” dalla Vedova allegra (anzi Die lustige Witwe, visto che l’ha eseguita in tedesco) è preso da Nadine Sierra ad un tempo particolarmente lento, e ne centra benissimo la malinconia sognante prima di passare all’esuberanza mai fuori misura di 'O sole mio, cantato a piena voce e in buon napoletano.
Le si alterna Pretty Yende prima con l’aria di Olympia dai Racconti di Hoffmann, già spettacolare di per sé e che lei governa benissimo per quanto riguarda la coloratura (ovviamente col gioco scenico di Mielgo che le dà la carica quando smette di “funzionare”), poi con la Danza di Gioachino Rossini eseguita con vivacità senza fiato che le guadagna l’ennesima ovazione.
Per gli ultimi brani ci si sposta a Broadway. La Yende esegue con divertimento “I want to be a Prima donna”, dall’opera comica The enchantress di Victor Herbert, che già fu uno dei bis del suo concerto del mese scorso e dove tira fuori la sua esuberanza scenica (con la partecipazione speciale della collega che al momento giusto grida dalle quinte “Viva la diva!”), la Sierra riprende “I feel pretty” e azzecca in pieno lo spirito e il carattere della Maria di West Side Story di cui possiede anche il physique du role. Anche qui le due giocano fra loro: a metà del brano interviene la Yende con un sonoro “Io sono Pretty” e si unisce per terminare il brano in due.
Applausi meritatissimi per Luigi Angelo Maresca, catapultato sul palcoscenico si immagina con ben poche prove eppure capace di integrarsi perfettamente con le protagoniste senza il minimo scollamento. Si immaginava che gli sarebbe stato concesso almeno un brano solistico, invece niente. Della presenza di Pablo Mielgo e del suo lavoro di concertatore anche per un ensemble ridotto ai minimi termini, si è detto.
Il San Carlo era gremitissimo, l’atmosfera era quella un po’ elettrica delle grandi occasioni, le due dive-non dive sono state accolte da un applauso molto caloroso al loro ingresso, acclamazioni sempre più nutrite dopo ogni brano, fino alle ovazioni scatenate alla fine.
Nota di colore: nella seconda parte Pretty Yende ha sfoggiato lo stesso spettacolare abito che aveva indossato a Westminster per la famosa Incoronazione, causando un moto di meraviglia e ammirazione al suo ingresso.
La recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 maggio 2023.
Bruno Tredicine