Marina | Sabina Puértolas |
Jorge | Ismael Jordi |
Roque | Juan Jesús Rodríguez |
Pascual | Ruben Amoretti |
Capitán | Alberto, Ángel Rodríguez |
Teresa, | Graciela Moncloa |
Un marinaio | Juan Sousa |
Una voce | Román Fernández-Cañadas |
Direttore | José Miguel Pérez Sierra |
Regia | Barbara Lluch |
Scene | Daniel Bianco |
Costumi | Clara Peluffo Valentini |
Luci | Albert Faura |
Coreografia | Mercè Granè |
Video | Pedro Chamizo |
Maestro del Coro | Antonio Fauró |
Orchestra della Communità di Madrid Titolare, Teatro della Zarzuela | |
Coro dell Teatro della Zarzuela |
L'ultima rappresentazione di quest´opera al Teatro de la Zarzuela risale al giugno del 2017. La nuova Stagione 2024/25 si apre con Marina e con Isamay Benavente (dopo sette anni di Daniel Bianco) come direttrice di questo importante teatro lirico di Madrid.
Arrieta, all'anagrafe Pascual Juan Emilio Arrieta y Corera (Puente la Reina, 21 ottobre 1823 – Madrid, 11 febbraio 1894) è stato un compositore spagnolo di opere e di zarzuelas fra i più noti del suo tempo. Si trasferì tredicenne a Madrid dalla natia Navarra per iscriversi presso il Conservatorio Reale di Madrid. Nel 1839 si stabilì con sua sorella in Italia, a Milano, dove ebbe modo di perfezionarsi prima privatamente, con i maestri Mandancini e Perelli, poi presso il Conservatorio della capitale lombarda, dove restò fino al 1846.
Ebbe fra i suoi insegnanti il celebre compositore Nicola Vaccaj.
La sua prima opera, Ildegonda, su libretto di Temistocle Solera tratto dalla novella omonima di Tommaso Grossi, fu rappresentata nel 1845 nella città meneghina con l'orchestra e i cantanti del Conservatorio ed ottenne il primo premio di un concorso istituito dal Teatro alla Scala.
Rientrato in Spagna, negli anni cinquanta e sessanta dell'Ottocento si dedicò nel proprio Paese alla composizione di zarzuelas, fra le quali El dominó azul (1853) ebbe successo di critica e di pubblico, .
Anche Marina, unanimemente ritenuta il suo capolavoro, fu rappresentata per la prima volta sotto forma di zarzuela presso il Teatro del Circo de Madrid (1855). La pièce fu accolta tiepidamente dal pubblico e dalla critica del tempo e venne presto dimenticata.
Nel 1870, su insistenza di un suo amico, il celebre tenore italiano Enrico Tamberlick, Arrieta riprese la partitura di Marina, operando un profondo rifacimento e conferendole connotazioni squisitamente operistiche, con un taglio italianizzante che piacque al pubblico.
Arrieta ha avuto come modelli soprattutto Donizetti e Verdi; alcune parti del melodramma si ispirano alla trilogia verdiana, altre alla produzione donizettiana. L'opera, questa volta rappresentata il 16 marzo 1871 al Teatro Real de Madrid (interpretata, fra gli altri, dallo stesso Tamberlick) riscosse un notevole successo, entrando stabilmente a far parte del repertorio lirico spagnolo.
Arrieta ebbe una personalità artística e una formazione musicale prettamente italiana e fu influenzato da Gaetano Donizetti e, a partire dal 1842 (corrispondente alla première del Nabucco), da Giuseppe Verdi. L'influenza di entrambi i compositori fu particolarmente evidente nell'opera Marina. Lo stesso Isaac Albéniz ebbe a dire in un'occasione che le composizioni di Arrieta non avevano «neppure una semicroma che fosse spagnola».
Grazie ad Arrieta la zarzuela sviluppò nella seconda metà dell'Ottocento, con quella ricchezza orchestrale e quelle connotazioni liriche che avrebbe mantenuto fino ai nostri giorni, avvicinandosi sempre più all'opera e all'operetta e allontanandosi nel contempo da quella forma di teatro ibrido che l'aveva contraddistinta fin dal suo nascere.
In questa occasione il direttore d´orchestra titolare del teatro, rinomato anche all'estero, José Miguel Pérez Sierra (1981) è stato efficace. Possiede una capacità di concertazione evidente e pone molta attenzione ai cantanti e a tutto ciò che si sviluppa sul palcoscenico. Sicuramente per la sua pluriennale esperienza con il lavoro sinfonico, operistico e di zarzuela.
Il Coro titolare del Teatro della Zarzuela, diretto da Antonio Fauró, é sempre attivissimo, attento, impeccabile e possiede grande fluidità.
La regia di Barbara Lluch, habituée del teatro e ben conosciuta, allestisce un ricco scenario con la classe che le deriva dal mestiere. Dettagliato il riferimento all´epoca e al luogo: i pescatori, la spiaggia e tutti gli elementi di un mare che spesso sembra pericoloso ed ignoto per l´uomo.
Viene coadiuvata dalle belle e sempre riuscite scene di Daniel Bianco, che ha ideato recentemente un riuscito Don Carlo alla Scala di Milano. In questo caso lo scenografo trova una trasparenza leggera, multicolore, soprattutto con sfumature che ricordano il pittore Sorolla, del XIX secolo spagnolo, molto raffinato.
I costumi di Clara Peluffo Valentini sono eleganti e sontuosi, forse troppo per il contesto di un cantiere navale (secondo atto), ma comunque molto solari. Le luci sono di Albert Faura, e la “coreografia” di Mercè Granè, caratterizzata da un faticoso e iperbolico perpetuum mobile, costante. Molto esplicativi e ad hoc i video di Pedro Chamizo.
Sabina Puértolas è un soprano straordinario, con una sicura línea di canto, un fraseggio intelligente, bella figura, sfumature, filati, fiato, risulta quindi di una espressività molto chiara.
Ismael Jordi, tenore lirico-leggero, molto giovane, è il secondo protagonista, il gentiluomo disperato, possiede il physique du role ed è un splendido attore. Ha acutí luminosi e molto freschi. E' lo Jorge ideale, il vero capitano innamorato in attesa di un miracolo. Buona la dizione spagnola.
Non c´è niente da ridire in questa occasione del basso Pascual di Ruben Amoretti, sempre un interprete straordinario, vocalmente possente con la potenza dell´uomo di mare che soffre di un forte tormento psicologico. In poche parole: ha cantato molto bene.
Il quarto protagonista, Juan Jesús Rodríguez (“last, but not least”), Roque, è un baritono profondo, generoso, un attore perfetto, in fondo passionale, ma qui misogino, aspro. Assolutamente lontano dal pensiero “Me too” sa comunque come essere tenero con Marina quando la vede in lacrime e sconsolata. Ha una voce magnifica, con tecnica sicura, adeguata al suo ruolo ed in un ottimo stato.
Come i suoi colleghi citati prima, la sua carriera è ricca di esperienze internazionali. I quattro artisti sono profondamente coinvolti nella valorizzazione e diffusione della musica spagnola, italiana e internazionale, contribuendo a mantenerle vive dappertutto, nonostante le loro radici culturali, attraverso le loro performance.
Da non dimenticare l'adeguato Alberto di Angel Rodríguez, la Teresa di Graciela Moncloa, un marinaio, Juan Sousa e una voce, Román Fernández-Cañadas.
Nella serata del 17 ottobre e per tutte le repliche di Marina, alla Zarzuela, non si trovava spazio per uno spillo: tutto occupatissimo.
Il pubblico, entusiasta e generoso, ha offerto grandi applausi e standing ovation a tutti. Marina è stata senza dubbio un successo generale. Il pubblico di sempre, fedele, effervescente e l´assoluta disponibilità di tutta la squadra musicale, teatrale, tecnica, gestori di sala, che fanno il possibile per questo progetto - realizzato già da molto tempo - rendono il Teatro de la Zarzuela un teatro per tutti, accessibile e amato. Aspettiamo con speranza la prossima.
La recensione si rifierisce alla recita del 17 ottobre 2024.
Alicia Perris