Violetta Valéry | Carolina López Moreno |
Flora Bervoix | Carlotta Vichi |
Annina | Chiara Polese |
Alfredo Germont | Francesco Meli |
Giorgio Germont | Rberto Frontali |
Gastone | Roberto Covatta |
Barone Douphol | Claudio Ottino |
Marchese d'Obigny | Andrea Porta |
Dottor Grenvil | Francesco Milanese |
Giuseppe | Giuliano Petouchoff |
Un domestico | Loris Purpura |
Commissionario | Filippo Balestra |
Direttore | Renato Palumbo |
Regia | Gorgio Gallione |
Scene e costumi | Guido Fiorato |
Luci | Luciano Novelli |
Coreografie | DEOS |
Maestro del Coro | Claudio Marino Moretti |
Danzatori | Luca Alberti, Cristina Banchetti, Filppo Bandiera, Emanuela Bonora, Diletta Brancatelli, Lorenzo Della Rocca, Emanuele Frutti, Giulia Gilera, Erika Melli, Alice Mucci, Pasquale Napolitano Roberto Orlacchio Sveva Scognamiglio, Noemi Valente, Elisa Zanoni |
Orchestra, Coro e Tecnici dell'Opera Carlo Felice di Genova | |
Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova |
La traviata, opera più rappresentata al mondo, torna al Teatro Carlo Felice e finalmente si vede la grande sala genovese gremita in ogni ordine di posti.
Una prima particolarmente attesa che aveva nella Violetta di Carolina López Moreno, il motivo di maggior interesse, soprattutto dopo i successi ottenuti dall’artista nei precedenti impegni fiorentini nei ruoli di Butterfly e appunto Violetta. Il giovane soprano boliviano-albanese, nato e cresciuto in Germania, ha confermato doti vocali indiscutibili: il timbro vocale è bello – per quanto non personalissimo –, la voce è ben proiettata ed in grado di espandersi senza problemi nella grande sala genovese; ottima anche a livello di omogeneità di emissione. Qualche problema l’ha invece mostrato nel corso della grande aria in chiusura di primo atto con le agilità della cabaletta un po’ difficoltose e imprecise. Per onor di cronaca segnaliamo l’omissione del mi bemolle di tradizione al termine di “Sempre libera”. Del resto, la vocalità della Moreno lascia già intravedere alcune caratteristiche vocali che potrebbero portarla nel tempo verso un repertorio da soprano drammatico. Quindi, considerando nel complesso positiva la prova vocale della protagonista, è sotto l’aspetto del fraseggio verdiano che ci è parso mancare qualcosa; la cura della parola con il suo significato, gli accenti, la carica drammatica: sono questi i dettagli su cui, a nostro avviso, la Moreno dovrà lavorare per far crescere ulteriormente la sua Violetta.
Francesco Meli, dopo le fatiche di Otello, tornava ad Alfredo Germont, un ruolo che gli è sempre stato congeniale e che gli ha dato l’opportunità di mostrare ancora una volta le frecce a sua disposizione: il bellissimo timbro vocale, la cura nelle dinamiche, il fraseggio elegante, gli accenti vibranti e la massima attenzione alla parola. Il vibrato, leggermente allargatosi rispetto a qualche anno fa, al momento è ancora entro limiti accettabili. Qualche problema di forzatura si è percepita sulle note più acute della cabaletta “O mio rimorso” dopo aver cantato molto bene l’aria “De miei bollenti spiriti”. Va sottolineata la bellezza del suono, la cura del fraseggio e lo struggimento emotivo delle frasi cantate da Meli (“No, non morrai, non dirmelo…”) nel corso della scena che chiude l’opera: un’autentica meraviglia!
Roberto Frontali tratteggia un papà Germont dalla vocalità funzionale al ruolo. Certamente il timbro non ha più la freschezza di un tempo ma la grande esperienza e l’intelligenza dell’interprete lo portano a superare le insidie della parte e ad ottenere da parte del pubblico un meritato successo personale.
Carlotta Vichi canta bene e risulta totalmente credibile nei panni di Flora.
Positiva anche la prova di Chiara Polese quale Annina.
Si contraddistingue per la vocalità ricca di armonici, sonora e di bel timbro scuro, il basso Francesco Milanese impegnato nel ruolo del Dottor Grenvil.
Completavano positivamente il cast Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Loris Purpura (domestico di Flora), Giuliano Petouchoff (Giuseppe) e Filippo Balestra (Commissario).
Splendida la direzione di Renato Palumbo il quale, con mano sicura e appropriate variazioni ritmiche, ha ben sottolineato i momenti topici dell’opera. Il direttore veneto ha inoltre rivolto grande cura nella ricerca dei cromatismi, dei colori e nella realizzazione di ampie dinamiche ottenute anche per merito dell’ottima Orchestra del Carlo Felice di Genova. La prova del Coro invece non è stata impeccabile con alcuni momenti in cui ha perso la bacchetta del direttore.
Abbiamo lasciato come ultime le nostre impressioni per la regia di Giorgio Gallione (con scene e costumi di Guido Fiorato) in quanto, trattandosi di una ripresa di uno spettacolo già recensito due volte negli anni passati, vi rimandiamo a quanto scrisse all’epoca la nostra Barbara Catellani (recensione 2016 e recensione 2018) con la cui analisi ci troviamo totalmente concordi.
Al termine grande successo di pubblico per tutti i protagonisti dello spettacolo con qualche comprensibile dissenso per la regia.
La recensione si riferisce alla recita del 12 gennaio 2025.
Danilo Boaretto