Direttore | Daniele Gatti |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Antonio Vivaldi | |
Sinfonia in si min. per archi e basso continuo RV 169 Al Santo Sepolcro | |
Franz Joseph Haydn | |
Sinfonia in fa min. Hob:I:49 La Passione | |
Toru Takemitsu | |
Requiem per archi | |
Richard Wagner | |
Parsifal, Preludio atto III e Incantesimo del Venerdì Santo |
L'enorme impatto della pandemia da Covid 19 sul nostro mondo e su tutte le attività umane ha avuto notoriamente effetti devastanti anche nell'ambito culturale ed in particolare sugli spettacoli dal vivo, non solo per noi fruitori ma anche per tutto quel mondo artistico e produttivo che sta “dietro le quinte” e senza il quale gli spettacoli, o i concerti, non possono aver luogo. La cosa, sia detto fra parentesi, sembra non interessare più di tanto i reggitori della cosa pubblica, che si dimostrano del tutto allergici alla cultura ed alle sue varie ramificazioni: tutti noi sappiamo benissimo che i teatri non sono fonti di contagio virale, anzi risultano essere fra i posti più controllati e sicuri.
Nello scombinamento dei programmi del Teatro del MMF si inserisce questo concerto inatteso di Daniele Gatti (diffuso purtroppo solo in streaming), ma al turbinar di programmi e di esecutori a seguito delle restrizioni dovute al Covid siamo ormai abituali. Oltretutto la locandina prevede, stante il carattere “pasquale” austero e meditativo del concerto in quanto registrato la sera del Venerdì Santo e trasmesso la sera successiva, la Sinfonia detta La Passione di Franz Joseph Haydn, inizialmente affidata a Christoph Eschenbach per il prossimo 16 aprile (il cui posto sarà preso da un'altra sinfonia haydniana).
A questo concerto fuori-programma seguirà una “triade” di serate (sempre trasmesse in streaming) affidate a Zubin Mehta, Daniel Harding e Christoph Eschenbach, che porteranno la programmazione direttamente al LXXXIII Maggio Musicale Fiorentino al quale auguriamo un futuro più “normale”, nell'interesse degli artefici della programmazione e soprattutto del pubblico di appassionati.
Un “Concerto di Pasqua” dal programma di alto profilo quindi, che permette anche di apprezzare la grande versatilità dell'ottima orchestra fiorentina in un impegnativo excursus che va dal 1768 al 1957: due pagine di media lunghezza come quelle di Haydn e di Wagner ne affiancano infatti due che potremmo definire quasi “schegge sonore” di piccole dimensioni ma di grande intensità emotiva, come le composizioni di Vivaldi e di Takemitsu. Visti i risultati della serata c'è davvero da mangiarsi le mani che il pubblico “vero” non abbia potuto assistere a questa che all'ascolto diretto è apparsa come una coinvolgente meditazione su temi eterni come la vita e la morte, l'immanente e il trascendente.
Non si sa quanto il titolo apocrifo La Passione sia veramente appropriato alla Sinfonia in fa minore n. 49 di Franz Joseph Haydn, e neppure se la pagina sia stata destinata ad occasioni liturgiche, anche se l'impianto, la tonalità ed il misterioso dipanarsi possono anche far pensare ad una qualche attinenza di “atmosfera” con le vicende narrate dai Vangeli. Gatti risolve la pagina coi mezzi di oggi, esaltando l'intensità emotiva ed il colore scuro degli impasti strumentali: il suono è sempre assai curato, gli attacchi morbidi, l'andamento concitato e quasi a singulti di certi momenti è emozionante, dolente.
Un po' meno centrata ci è parsa l'esecuzione della Sinfonia “Al Santo Sepolcro” di Vivaldi, una pagina risultata un po' raggelata nella sua morbidezza, mentre l'interessante composizione di Tōru Takemitsu (un autentico Requiem senza parole) ha beneficiato di una lettura assai intensa e coinvolgente.
Ma è nella densissima scrittura wagneriana che il direttore sembra trovare il suo terreno d'elezione, e l'orchestra, adeguatamente rimpolpata, si esprime a livelli non comuni nel complesso susseguirsi di colori, di finezze sublimi e di rimandi strumentali voluti dall'autore. Daniele Gatti la governa da abile nocchiero con mano salda, attentissimo ai colori e alle nuances, e sono mancati solo i trionfali applausi finali di un pubblico “normale”, applausi che sarebbero stati più che giustificati.
La recensione si riferisce al concerto in presenza del 2 aprile 2021, trasmesso in streaming il 3 aprile.
Fabio Bardelli