Direttore | Jukka-Pekka Saraste |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Programma | |
Hector Berlioz | Brani sinfonici da Roméo et Juliette op. 17 |
Gabriel Fauré | Pelléas et Mélisande, Suite dalle musiche di scena op. 80 |
Maurice Ravel | Daphnis et Chloé, Suite per orchestra n. 2 |
Proseguono i concerti sinfonici ispirati ai temi di questo 84° Maggio Musicale, ma il diavolo ci mette lo zampino: infatti il direttore Daniele Gatti è costretto a rinunciare al suo secondo concerto, dei tre che si era riservato, per motivi legati al Covid.
Programmare un concerto per venerdì 17 all'occhio dei superstiziosi è come volersi attirare gli strali della malasorte (e sicuramente adesso stanno gongolando avendo avuto una “riprova” delle loro bislacche credenze); ma il Maggio Musicale Fiorentino trova a tambur battente un sostituto nella persona e nella professionalità del finlandese Jukka-Pekka Saraste, che mantiene lo stesso programma e affronta tre ”coppie” fra le più famose dell'intera letteratura: Romeo e Giulietta, Pelléas e Mélisande, Dafni e Cloe. A causa dei problemi di Daniele Gatti le ultime due recite di Ariadne auf Naxos da lui dirette vengono spostate a fine giugno, e ci auguriamo che sarà l'occasione per ascoltare Jessica Pratt come Zerbinetta, ruolo tormentato in questa edizione fiorentina (nelle prime tre recite si sono alternati nel ruolo addirittura tre soprani diversi, e con scarsissime prove).
Un concerto come questo di Jukka-Pekka Saraste, deciso e preparato in due giorni, aveva tutti i caratteri di una serata di ripiego, e tale si prevedeva sia per il direttore scelto quasi all'ultimo tuffo e che da molti anni non dirigeva a Firenze, sia per il programma piuttosto breve e senza intervallo (poco più di un'ora di musica), sia per il pubblico non certo numeroso in Sala Mehta. Invece alla resa dei conti abbiamo assistito ad una serata di buon livello e che è andata “in crescendo”, raggiungendo i suoi migliori risultati nella parte finale con la Suite n. 2 Daphnis et Chloé di Maurice Ravel.
Meno interessanti i brani che l'hanno preceduta, un'antologia di pagine orchestrali da Roméo et Juliette op. 17 di Hector Berlioz (Roméo seul / Tristesse / Bruit lointain de bal et de concert / Grande Fête chez Capulet / Scène d’amour) e la Suite dal Pelléas et Mélisande di Gabriel Fauré che l'autore trasse dalle proprie musiche di scena composte per una rappresentazione in inglese del Pelléas et Melisande di Maurice Maeterlinck.
Jukka-Pekka Saraste, direttore di esperienza e di notevole professionalità come dimostra il suo curriculum, in queste pagine si mostra piuttosto disuguale e forse poco convinto (può darsi che vi abbia influito anche la scarsità di prove), riuscendo solo in parte a coglierne i tratti salienti e le atmosfere tipicamente francesi: certamente la scrittura frammentaria e a tratti tumultuosa di Berlioz esigerebbe polso più fermo e idee più chiare.
Alle prese con la composizione di Gabriel Fauré, una pagina dall'eleganza sottile davvero poco eseguita (forse oscurata dall'opera omonima di Claude Debussy, anche se quest'ultima piace più agli addetti ai lavori che al pubblico “normale”) il direttore finlandese trova soluzioni timbriche di maggior interesse, con un bel colore e un bel legato degli archi oltre a raffinate uscite solistiche delle prime parti strumentali (ammirevole il giovane primo flauto Mattia Petrilli).
Come detto i brani francesi di questo concerto comprendono anche la Suite n. 2 Daphnis et Chloé di Maurice Ravel, che trae origine dal balletto ispirato al romanzo ellenistico di Longo Sofista (III secolo d.c.) ed è certamente la più popolare delle due Suite scritte dal compositore partendo da quello che taluni considerano il prototipo della narrativa erotica moderna. Il balletto sulle vicende amorose pastorali di Dafni e Cloe fu ispirato a Ravel da Djaghilev ed andò in scena nel 1911; tanto ricco e lussureggiante è il materiale musicale che l'autore ne ricavò due splendide pagine sinfoniche che hanno certamente avuto una popolarità in sede concertistica - soprattutto la seconda - ben maggiore del balletto nella sua interezza.
Molto attento al fascino timbrico degli strumenti non meno che all'eleganza, oltre che alla saldezza dell'impianto generale, il direttore Jukka-Pekka Saraste sembra voler avvolgere tutto il discorso musicale della popolarissima pagina in un'aura di lucida magia, con una tavolozza sgargiante che esalta la straordinaria scrittura orchestrale di Ravel, alla quale partecipa con evidente convinzione l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (primo violino Daniele Giorgi) che mostra la propria duttilità anche in questo repertorio.
La recensione si riferisce al concerto del 17 giugno 2022.
Fabio Bardelli