Riccardo | Giovanni Sala |
Renato | Lodovico Filippo Ravizza /Hae Kang |
Amelia | Caterina Marchesini/Ilaria Alida Quilico |
Ulrica | Danbi Lee |
Oscar | Licia Piermatteo |
Silvano | Giuseppe Todisco |
Samuel | Agostino Subacchi |
Tom | Lorenzo Barbieri |
Un giudice/un servo d'Amelia | Francesco Congiu |
Direttore | Fabio Biondi |
Regia | Daniele Menghini |
Scene | Davide Signorini |
Costumi | Nika Campisi |
Luci | Gianni Bertoli |
Maestro del Coro | Martino Faggiani |
Orchestra Giovanile Italiana | |
Coro del teatro Regio di Parma |
Il piccolo Teatro Verdi di Busseto è, nell'ambito del Festival Verdi, il posto dei giovani. Uno spazio in cui sperimentare, progettare, dare opportunità.
Il progetto di questa 24ma edizione è particolarmente impegnativo in quanto si allestisce Un ballo in maschera in una produzione interamente composta da debuttanti, molti dei quali allievi o ex allievi dell'Accademia Verdiana. Alla guida dell'Orchestra Giovanile Italiana debutta nel titolo anche Fabio Biondi.
La scena fissa ideata da Davide Signorini ricorda la sala di un vecchio teatro, con le doghe lignee delle pareti usurate e rotte. Il teatro nel quale il tormentato Riccardo recita il suo ruolo di sovrano gaudente e trasgressivo, leggero come il palloncino festaiolo che volteggia davanti al sipario chiuso durante il Preludio. Ma questa atmosfera costantemente esagerata, che il disegno luci di Gianni Bertoli scolora con toni nebbiosi e tristi, cela e forse tenta di compensare il problema serio e irrisolvibile dell'amore proibito che costerà al sovrano la vita.
Nella sua corte aperta trasgressiva Riccardo ha il viso coperto di cerone bianco e di questo colore dipinge il viso di Amelia che gli ha appena confessato di ricambiare il suo amore, ma non si può: Amelia appartiene al mondo di quelli che si vestono con gli impeccabili abiti borghesi di Renato, ma anche dei due cospiratori Samuel e Tom. In quel mondo "politicamente corretto" Riccardo ci si ritrova solo per un attimo: quando prende la decisione ragionata di rinunciare per sempre ad Amelia allontanandone il consorte.
I costumi di Nika Campisi sono una parte fondamentale della narrazione, dallo stile elisabettiano sino ai giorni nostri, con fantasia ed ironia, ogni figura in scena ha la sua caratterizzazione. Il più spettacolare è l'abito di Ulrica, bello e perfetto come quello di una regina cinquecentesca, che stride clamorosamente con i lunghi capelli bianchi e radi, la faccia pallida, gli inquietanti occhi da cieca. Complimenti ai truccatori per come hanno trasformato i connotati della graziosa Danbi Lee.
La regia di Daniele Menghini, che scava nei personaggi molto oltre la a volte prevedibile e ripetitiva facciata trasgressiva, chiede molto impegno attoriale a tutti gli interpreti e il giovane cast lo asseconda egregiamente costruendo uno spettacolo fluido e convincente.
In entrambe le recite di cui si riferisce il ruolo di Riccardo era interpretato da Giovanni Sala. Il tenore è molto convincente dal punto di vista scenico ma il ruolo è, al momento, un po' troppo pesante per le sue possibilità vocali e nel terzo atto la stanchezza si fa sentire.
Molto diversi tra loro, e diversi risultano i rispettivi personaggi, Lodovico Filippo Ravizza e Hae Kang che hanno impersonato Renato.
Composto e compassato, così com'è la sua solida e pulita linea di canto, il baritono italiano, più dinamico e coinvolto, con la sua voce duttile e luminosa, il coreano, del quale occorre, tra l'altro, sottolineare la perfetta ed espressiva pronuncia italiana.
L'emozione del debutto e della “prima” ha reso un po' discontinua la Amelia di Caterina Marchesini che ha una voce importante e particolare non ancora però adeguatamente organizzata.
Convincente, nello stesso ruolo, Ilaria Alida Quilico: timbro lucente, emissione omogenea e capacità di legare morbidamente le frasi.
Con la sua bella voce da contralto Danbi Lee è una Ulrica centratissima. Il colore scuro e drammatico, il suono pieno di armonici anche nelle note più basse, le sfumature arcane del fraseggio, fanno della sua scena il vero fulcro dello spettacolo. Brava anche scenicamente ad interpretare una vecchia vanitosa carismatica e noncurante interessata solo al fumo del suo spinello.
Bene, nel ruolo di Oscar, Licia Piermatteo, timbro brillante, canto d'agilità ben controllato e grande disinvoltura scenica.
La coppia di cospiratori, Samuel e Tom, è disegnata con bravura ed ironia da Agostino Subacchi e Lorenzo Barbieri. Gli elegantissimi completi da uomini d'affari, gli immancabili occhiali scuri, le movenze coordinate li rendono leggermente inquietanti.
Completano il cast il vigoroso Silvano di Giuseppe Todisco e Francesco Congiu, che dopo essere stato il giudice burlato da Oscar, diventa il servo di Amelia con prevalenti funzioni, in questa produzione, di baby sitter del figlio neonato della signora.
Bravi come al solito, duttili e ben calati nello spirito di questa produzione gli artisti del Coro del Regio istruiti da Martino Faggiani.
Fabio Biondi che dirige Orchestra Giovanile Italiana, in formazione commisurata alle piccole dimensioni della buca, imposta alla “prima” tempi sostenuti che, anche se a volte un po' esasperanti, aiutano decisamente gli artisti sul palcoscenico. Nell'ultima recita tutto scorre in modo più fluido e c'è spazio anche per più coinvolgenti effetti dinamici e di colore.
Successo pieno ed applausi per tutti in entrambe le serate.
La recensione si riferisce alle recite del 27 settembre e del 18 ottobre 2024
Patrizia Monteverdi