Mezzosoprano | Ann Hallenberg |
Direttore | Marcello Di Lisa |
Concerto de' Cavalieri | |
Programma | |
Arcangelo Corelli | Concerto grosso in re maggiore op. 6 n.4 |
Georg Friedrich Händel | Scherza infida da Ariodante HWV 33 |
Antonio Vivaldi | Concerto in re maggiore RV 121 per archi e b. c. |
Riccardo Broschi | Son qual nave da Artaserse |
Antonio Vivaldi | Gelido in ogni vena da Farnace RV 711 |
Arcangelo Corelli | Concerto grosso in sol minore op. 6 n. 8 "fatto per la notte di Natale" |
Georg Friedrich Händel | Lascia ch'io pianga da Rinaldo HWV 7 |
Nicola Antonio Porpora | In braccio a mille furie da Semiramide riconosciuta |
Un programma dedicato alle grandi arie con da capo del primo Settecento è sempre accattivante. Ancora di più se è chiamata a cantarle una delle più solide interpreti del periodo com’è Ann Hallenberg, un’artista che ha sempre qualcosa da aggiungere al saputo e anche al risaputo. Non solo, è un paradigma costante per chi ama e frequenta il genere. L’accompagna il Concerto de’ Cavalieri diretto da Marcello Di Lisa che affianca alle arie mirabolanti tre concerti di Arcangelo Corelli e uno di Antonio Vivaldi a illustrare la gloria musicale di primi anni del Settecento italiano.
La Hallenberg esordisce con un’aria di culto, di quelle che si collezionano per sentire come e cosa fa chi, ovvero "Scherza infida" dall’Ariodante di Georg Friedrich Händel, uno dei momenti più strazianti mai scritti sull’amore disilluso. Lei esordisce con una frustata di voce, quello “scherza” sprezzante lanciato nell’aria come di chi ha ancora in mano la situazione. Poi ogni ripresa è una discesa in un dolore sempre più profondo e sempre più distante dalla sicurezza dell’inizio, quattro meditazioni diverse sull’amore tradito, una per ogni da capo, fino alle colorature espressioniste dell’ultima, geniali. Una prova altissima non solo come cantante ma anche da grande tragica che sa ricavare ed esaltare gli affetti nota per nota.
Poi naturalmente c’è anche il divertimento della virtuosa che piazza una messa di voce olimpica all’esordio di "Son qual nave" di Riccardo Broschi, bravissimo a scrivere per suo fratello Carlo detto Farinelli e anche per tutti gli altri che sono venuti dopo. Il catalogo degli abbellimenti è qui sciorinato in tutte le sue variabili, riproposto nell’aria finale "In braccio a mille furie" di Nicola Porpora, esercizi in cui la Hallenberg sembra avere un numero imprecisato di note in tutti i registri sfoderate con calma e sicurezza. Un altro momento memorabile arriva con "Gelido in ogni vena" dal Farnace di Antonio Vivaldi, lamento struggente sulla sorte del figlio interpretato in modo insieme commosso e austero, mentre il celebre "Lascia ch’io pianga", dal Rinaldo di Händel, è stato restituito con elegante compostezza e quell’understatement che costituisce una sua impronta inconfondibile.
Il Concerto de’ Cavalieri ha presentato tre concerti di Arcangelo Corelli tra cui quello fatto per la notte di Natale sempre gradito anche fuori stagione. Propongono un Corelli eloquente anche se asciutto nel suono. Ben scelto anche il Concerto in re maggiore RV 121 per archi e continuo di Vivaldi, reso con piglio agile e composto.
Il pubblico, numeroso anche senza riempire del tutto la grande sala del Manzoni, ha accolto con favore il programma, festeggiando Ann Hallenberg che ha concesso un solo bis, ma di quelli che restano, "Crude furie degli orridi abissi" dal Serse di Händel.
La recensione si riferisce al concerto del 9 maggio 2023.
Daniela Goldoni