Soprano | Maria Teresa Leva |
Mezzosoprano | Veronica Simeoni |
Tenore | Azer Zada |
Basso | Riccardo Fassi |
Direttore | Giampaolo Bisanti |
Maestro del coro | Fabrizio Cassi |
Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli |
Dopo sei anni di intenso e proficuo lavoro come direttore stabile, l’ultima volta di Giampaolo Bisanti sul podio dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli è stata nel segno di una splendida e toccante esecuzione della sublime Messa da Requiem di Verdi, che ritornava nel politeama barese a distanza di tre anni (in quell’occasione fu eseguita anche al Teatro Apollo di Lecce per la stagione della Camerata Musicale Salentina).
Come è noto, questo capolavoro, che per la sua aspra e potente drammaticità è stato paragonato al Giudizio di Michelangelo, fu composto per commemorare la morte di Alessandro Manzoni, al quale Verdi era legato da sincera amicizia e da grande stima. La sua prima esecuzione, nella Chiesa di San Marco a Milano, si tenne ad un anno esatto della scomparsa dello scrittore, il 22 maggio 1874. La prima idea risaliva al 1868, anno della morte di Gioacchino Rossini, per la cui memoria Verdi lanciò l’iniziativa di un Requiem da realizzare con i maggiori compositori italiani e da eseguire l’anno dopo nella Chiesa di San Petronio a Bologna. L’iniziativa purtroppo naufragò, e quel “Libera me” da lui già scritto ritornerà come finale per questo lavoro. Tre fra le più grandi personalità di tutti i tempi si trovano dunque incredibilmente unite – nelle intenzioni e nella realizzazione – in questo meraviglioso monumento musicale, che affronta il tema ineluttabile della paura della morte, affermando al contempo la grandezza dell’uomo.
I forti contrasti di colori e forme, che lungo la partitura si sviluppano alternando momenti di terrificante drammaticità a slanci di commosso lirismo, sono stati perfettamente sottolineati da Bisanti con una concertazione eccellente e una direzione intrisa di pathos sorretta dalla precisa e scattante gestualità. A partire dal “Requiem” iniziale, mormorato dal coro “il più piano possibile” su un sommesso tessuto di archi. Alle voci soliste è poi toccato il compito di attaccare il cantabile “Kyrie”, un cantabile appassionato dal carattere tipicamente umano.
E subito dopo il “Dies Irae”, che con le sue varie sezioni, rappresenta la parte più importante della composizione, è esploso con sonorità violenta e terribile grazie alla potenza e precisione del Coro del Teatro che si è confermato una compagine di altissimo livello anche grazie alla bravura del suo direttore, Fabrizio Cassi.
Alti standard hanno raggiunto pure i quattro solisti. Il soprano Maria Teresa Leva si è imposta per la pienezza del timbro, il fraseggio penetrante, la facilità degli acuti e le bellissime mezzevoci, qualità che hanno trovato la massima realizzazione nel “Libera me” finale, quel continuo alternarsi tra il solista - l’individuo solitario abbandonato alle sue sole forze - ed il coro che rappresenta la collettività.
Impeccabile e non meno intensa l’interpretazione del mezzosoprano Veronica Simeoni, che si è fatta subito apprezzare nel “Liber scriptus” e nel “Recordare”, ottimamente cantato assieme al soprano. La bella voce tenorile di Azer Zada, che si è fatta apprezzare per la raffinatezza dei chiaroscuri e lo squillo vigoroso degli acuti, ha magnificamente interpretato uno dei brani più famosi di questo capolavoro, l’“Ingemisco”, un momento di serenità che precede l’implorazione “Confutatis maledictis” intonata dal basso, in questa occasione Riccardo Fassi, voce profonda e timbrata esaltata da una dizione netta e da un accento autorevole.
Pubblico numerosissimo che ha ascoltato in “religioso” silenzio prima delle ovazioni finali che hanno suggellato una serata emozionante e di grandissima qualità.
Subito dopo questa rappresentazione, il Petruzzelli ha ripreso le sue tournée approdando in questi giorni sul palcoscenico del Teatro d’Opera tedesco Staatstheater Wiesbaden, che ospita la recente nuova produzione di Aida e questo Requiem con gli stessi protagonisti.
La recensione si riferisce alla serata del 30 aprile 2022
Eraldo Martucci