Giuseppe Verdi | Messa di Requiem per soli, coro e orchestra |
Bilyana Danailova | soprano |
Alla Gorobchenko | contralto |
Marten Smeding | tenore |
Vesselin Stoykov | basso |
Verdi Concert Choir Japan | |
Hideyuki Tsuji, maestro del Coro | |
Nordwestdeutsche Philharmonie | |
Chosei Komatsu, direttore |
Una serata davvero piacevole quella offerta la scorsa sera dal Verdi Concert Choir Japan e dalla Nordwestdeutsche Philharmonie al Concertgebouw di Amsterdam. In programma, ovviamente Verdi con la Messa da Requiem. Sotto la tranquilla autorità della bacchetta del direttore giapponese Chosei Komatsu, direttore credo sconosciuto al pubblico italiano, ma dalla solida carriera in patria e in Nordamerica, con incarichi importanti a Tokyo, Baltimora e Buffalo, la Nordwestdeutsche Philharmonie si rivela compagine affidabile e di solide caratteristiche tecniche. Il Concert Choir Japan, supportato da forze locali, e ben preparato da Hideyuki Tsuji, si è dimostrata compagine di grande volontà e belle intenzioni, restituendo con grande intensità i momenti topici della partitura verdiana, quali il Dies irae o la grande fuga del Libera me Domine. Belle cose anche dal quartetto dei solisti, in particolare per quanto riguarda le voci femminili. Il contralto Alla Gorobchenko sfoggia un bel timbro scuro, proprietà di canto e belle idee di fraseggio nel Liber scriptus e nei duetti del Recordare e dell’Agnus Dei assieme al soprano Bilyana Danailova che si è fatta ben valere nel Libera me dove ha saputo trovare accenti di grande drammaticità. Interessante voce quella del giovane basso Vasselin Stoykov e un plauso al tenore Marten Smeding intervenuto all’ultimo momento a sostituire il previsto e indisposto Mark Fowler.
Alla fine cordialissimo successo di pubblico che ha caldamente festeggiato tutti gli interpreti.
Edoardo Saccenti