Poro | Christopher Lowrey |
Cleofide | Lucía Martín Cartón |
Alessandro | Marco Angioloni |
Erissena | Giuseppina Bridelli |
Gandarte | Paul-Antoine Bénos- Djian |
Timagene | Alessandro Ravasio |
Direttore | Marco Angioloni |
Il Groviglio | |
3 Cd Château de Versailles - CVS123 | |
Self Distribuzione S. r. l. |
Poro, re delle Indie è un titolo non di spicco nel repertorio händeliano. La discografia dell’intera opera è scarna, rare sono edizioni complete, tra cui si impone quella dell’Europa Galante diretta da Fabio Biondi (1994), tutt’ora di riferimento. Più frequenti le apparizioni di arie e duetti in scelte antologiche e recital, omaggi sporadici verso un lavoro che va oltre qualche lampo di ispirazione e si distingue per compattezza e solidità.
Il libretto discende, con poche modifiche e molti tagli nei recitativi, dall’Alessandro nelle Indie di Pietro Metastasio, messo in musica la prima volta da Leonardo Vinci nel 1726, poi ripreso più di settanta volte da altrettanti compositori nel corso di un secolo. L’azione si svolge durante la battaglia dell’Idaspe, fiume del Punjab, al termine della quale Alessandro decise di abbandonare il campo lasciando a Poro il suo regno. Lo spunto storico è condito da vicende amorose, equivoci, scambi di persone secondo i gusti del tempo, ma i versi sono netti ed essenziali, aperti alla musica per la loro chiarezza.
L’opera fu data al teatro di Haymarket nel 1731 dopo una campagna acquisti condotta da Haendel in Italia, alla ricerca di grandi star. Tornò a Londra con il Senesino che debuttò nel ruolo di Poro, con notevole successo e numerose repliche.
Il Poro è un’opera delicata, piena di sfumature, senza numeri eclatanti, corre sul filo dell’equilibrio e della compostezza. Per questo richiede perspicacia, attenzione ai dettagli, sensibilità e una visione complessiva che ne valorizzi la solidità formale. Serve una direzione attenta alle relazioni tra interpreti e orchestra, mettendo in risalto il ruolo di quest’ultima nei suoi innumerevoli particolari costruttivi. In questa edizione della Château de Versailles, affidata all’ensemble Il Groviglio diretto dal tenore Marco Angioloni, impegnato anche come cantante nel ruolo di Alessandro, l’attenzione non si avverte. L’orchestra è elusiva, senza carattere e di scarsi colori. Non si colgono scelte capaci di dare un’impronta riconoscibile ad una lettura che non si discosta dallo stato di prudente esecuzione. Non si anticipano gli affetti, non si creano attese, non si aiuta lo sviluppo della vicenda, non si sostiene il canto, tutto si snoda senza sussulti in una uniformità che spegne l’attenzione.
Il cast è molto buono nei ruoli femminili. Il soprano spagnolo Lucía Martín Cartón, dalla voce limpida e ben timbrata, è adatta al personaggio di Cleofide, promessa a Poro. Sostiene con grazia le arie e onora i magnifici duetti ("Caro, dolce amico" e "Caro, vieni al mio seno") condivisi con l’amato Poro, il controtenore Christopher Lowrey. Quest’ultimo, benché corretto e in stile, manca di convinzione e di tanto in tanto incorre in qualche incertezza vocale. Marco Angioloni come interprete conferma le perplessità suscitate da direttore. Vocalmente in difficoltà nei passaggi più tecnici, incerto nel fraseggio, non riesce a dare forma al personaggio. Giuseppina Bridelli, Erissena, spicca per sicurezza tecnica e stilistica e onora tutti i suoi numeri.
La registrazione è del marzo 2023 nella Salle des Croisades del castello di Versailles. Non è escluso che sia parzialmente responsabile della scarsa brillantezza di questa edizione.
Daniela Goldoni