Tenore | Lawrence Brownlee |
Tenore | Michael Spyres |
Mezzosoprano | Tara Erraught |
Tenore | Xabier Anduaga |
Direttore | Corrado Rovaris |
I Virtuosi Italiani | |
Nr. 1 CD | |
Ed. Warner Classics.com/Erato | |
Recorded 30 luglio-30 agosto 2019 Teatro Ristori Verona |
Nell’anniversario della scomparsa di Rossini (13 novembre 1868), la Warner Classics pubblica un interessante recital dal titolo Amici e Rivali, registrato al Teatro Ristori di Verona nell’estate del 2019. Il programma del disco prevede una selezione di duetti e altri brani d’assieme provenienti dalle opere serie del Pesarese: una particolare attenzione è riservata a quelle composte per le voci di Andrea Nozzari e Giovanni David, i due primi tenori del Teatro San Carlo tra gli anni Dieci e Trenta dell’Ottocento. Come suggerisce il titolo, tutti i brani del recital condividono il fil rouge dell’amicizia e della rivalità, gli stessi legami che intercorrono tra i personaggi creati da Rossini per Nozzari e David.
Alle prese con i ruoli composti per questi due mitologici cantanti troviamo i due tenori americani Lawrence Brownlee e Michael Spyres, interprete il primo dei ruoli David e il secondo di quelli Nozzari. Non ho timore di affermare che i due tenori sono protagonisti di un recital strepitoso sotto ogni punto di vista, tra cui l’interessante programma proposto (tutt’altro che scontato, sopratutto considerando quanto il Rossini serio sia stato poco affrontato e inciso dalle major discografiche) e le loro indiscusse qualità vocali, che li rendono interpreti ed esecutori di riferimento di questo repertorio.
Michael Spyres si impone per l’impressionante estensione vocale che gli permette di affrontare senza esitazioni la vasta gamma dei “ruoli Nozzari”, e non solo: leale Leicester, furente Otello, valoroso Rinaldo, languido Agorante, impetuoso Rodrigo (nella Donna del lago), il tenore veste anche i panni di Cléomène de Le siège de Corinthe, oltre a calarsi con brio e simpatia nel ruolo baritonale del protagonista de Il barbiere di Siviglia nel duetto «All’idea di quel metallo» che apre il recital. La discografia ufficiale aveva effettivamente già conosciuto altri due tenori alle prese con il ruolo di Figaro (Placido Domingo - ruolo completo, nell’incisione della Deutsche Grammophon diretta da Claudio Abbado e Mario Del Monaco in alcuni recital degli anni '70 - nella cavatina), ma nel caso di questo recital Spyres vanta uno strumento più profondo e una padronanza dei gravi invidiabile, di cui fa un sapiente sfoggio nei brani successivi, specie il duetto «Donala a questo core» da Ricciardo e Zoraide e il terzetto «In quale aspetto imbelle» di Armida. Poderoso anche il registro acuto, ben impiegato nell’ingresso di Rodrigo nel terzetto della Donna del lago («Misere mie pupille»).
Oltre ai ruoli David (Rodrigo in Otello, Ricciardo, Uberto), Lawrence Brownlee si cimenta con i personaggi di Norfolc e Almaviva, concepiti per Manuel Garcia, e con Néoclès da Le siège de Corinthe, creato da Adolphe Nourrit, cui spetta l’unico brano “solista” del recital, la funambolica aria «Grand Dieu, faut-il qu’un peuple». La luminosità e la freschezza della voce non impediscono al tenore di affrontare le pieghe più oscure e nascoste dei personaggi, come i biechi disegni di Norfolc nel duettino «Deh, scusa i trasporti» da Elisabetta, regina d’Inghilterra, la gelosia di Rodrigo nel terzetto «Ah vieni, nel tuo sangue» da Otello, la disperazione del non ricambiato Uberto nel duetto/terzetto con Elena e Rodrigo da La donna del lago (di cui purtroppo è eseguita solo una piccola parte, e che costituisce l’unica pecca di questo recital altrimenti perfetto). Benissimo anche i brani più marcatamente amorosi, che lo vedono impegnato nei brani di Ricciardo e Zoraide, il duetto «Donala a questo core» con Agorante, e «S’ella m’è ognor fedele», cui sta stretta la definizione di “cavatina” a causa degli imponenti pertichini del secondo tenore, e che anticipa la stessa soluzione che Rossini adotterà nell’analogo brano riservato a Oreste e Pilade in Ermione, «Reggia aborrita!».
Al fianco dell’ottima prestazione dei due protagonisti, non sfigura il supporto degli altri due interpreti coinvolti negli altri brani d’insieme.
Il mezzosoprano irlandese Tara Erraught affronta con intelligenza e sensibilità due dei temibili ruoli Colbran, nei panni di un’appassionata Desdemona in Otello e di una virginale Elena nella Donna del lago; la cantante affronta inoltre il ruolo di Pamyra, creato per Laure Cinti-Damoreau, contribuendo validamente alla buona riuscita del terzetto «Céleste providence» da Le siège de Corinthe.
Il tenore basco Xabier Anduaga, cui sono affidate le parti concepite da Rossini per un altro dei tenori di cui poteva disporre il San Carlo, Giuseppe Ciccimarra, si segnala invece per il colore brunito del timbro, dando voce a un compiaciuto Jago e a un insolitamente maturo Ernesto; accanto ai colleghi tenori, chiude magistralmente il recital con il temibile terzetto dei crociati da Armida.
Corrado Rovaris alla guida de I Virtuosi Italiani imprime il giusto dinamismo al recital: i tempi sono scattanti, senza essere troppo incalzanti per i solisti, assecondando benissimo lo sfoggio virtuosistico delle colorature e delle variazioni dei due tenori principali. Si segnala soprattutto il gioco nervoso degli archi nel duettino tra Norfolc e Leicester e nel confronto tra Elena e Uberto. Bene anche i momenti più rilassati e calmi, come il cantabile del terzetto tra Otello, Desdemona e Rodrigo, e la preghiera del Siège de Corinthe.
L’ascolto è complessivamente piacevole, stimolante e interessante. Questo recital non può mancare negli scaffali degli appassionati e di chiunque voglia affrontare per la prima volta la produzione seria di Rossini. Il progetto rende appieno giustizia a un repertorio ancora considerato di “nicchia”.
Martino Pinali