Basso | Nahuel Di Pierro |
Direttore | Fabrizio Ruggero |
Maestro del Coro | Mirca Rosciani |
Filarmonica Gioachino Rossini | |
Coro del Teatro della Fortuna | |
Supporto: 1 Cd | |
ADX11207 | |
ASIN : B0BZDYXTSK | |
Etichetta : Audax Records | |
Recorded Live at Rossini Opera Festival, Pesaro |
Il genere delle musiche di scena è sempre stato un po’ al margine della musica classica benché importanti musicisti vi si siano cimentati come Purcell con Abdelazer (1676), Mozart con Thamos, König in Ägypten (1773), Beethoven con Egmont (1810) e Grieg con Peer Gynt (1876). La pubblicazione di questo Cd permette di esplorare un Rossini inedito che raramente viene eseguito.
L’Edipo a Colono è una delle composizioni più misteriose del grande pesarese. L’autografo dopo innumerevoli passaggi di mano è giunto alla Pierpoint Library di New York. In Italia non si era soliti eseguire musiche di scena insieme a drammi in prosa mentre in Germania e Austria era pratica consolidata basti pensare agli esempi di Mozart e Beethoven appena citati ma anche alle musiche di scena di Mendelssohn. Rossini conobbe Giambattista Giusti, amico di Vincenzo Monti, che aveva steso una sua traduzione dell’Edipo a Colono di Sofocle. Il Giusti era di Lucca ma conobbe Rossini a Bologna dove gli propose di musicare parti del suo dramma. Rossini, ben retribuito, musicò completamente la sinfonia e un interludio e scrisse le parti vocali per quattro numeri con interventi del basso e del coro maschile. Di questi passi fece piccoli accenni sull’orchestrazione, che fu completata più tardi da un anonimo musicista, con un lavoro piuttosto modesto e non privo di pecche. Le edizioni critiche partorite dalla Fondazione Rossini permettono di recuperare molto materiale prima inedito e lo rendono eseguibile in edizioni precise e affidabili.
Rossini scrisse musica per i tre stasimi che chiudono il II, III, IV atto. Ma il IV atto ha un ulteriore brano centrale risolto con dei recitativi. Nel 1819 il testo di Giusti viene emendato e ritroviamo correzioni di parole sull’autografo: forse in quella occasione si procedette sull’orchestrazione da parte di terzi essendo Rossini troppo impegnato a Napoli. Non risulta che il dramma sia stato mai messo in scena con la tradizione di Giusti e le musiche di Rossini.
La scena si svolge nell’Attica presso il Tempio delle Eumenidi. Ottima l’esecuzione della sinfonia in tonalità minore, con una chiusura in piano per introdurre il primo atto recitato in endecasillabi. Ascoltiamo un preludio ripreso dal Sigismondo e confluito in Elisabetta, Regina d’Inghilterra. Molto incisiva e drammatica la prima aria cantata da Nahuel Di Pierro, con ampia voce di basso. Stentorea la frase “Imperator del mar” dove il cantante non mostra la minima fatica. Bellissimo l’ampio coro successivo suggellato da una coda forbita. Rossini sfrutterà la sua capacità di ricreare l'atmosfera mitica del coro greco negli ampi cori e pezzi d’assieme del Mosè in Egitto.
Qui il Coro del Teatro della Fortuna di Fano dà il suo meglio. Rossini con la sua inventiva dà maestosità ad ogni pagina in cui il coro è impegnato e quest'ultimo riesce ad esprimere al meglio la grandiosità necessaria in questi brani solenni. Mirca Rosciani è a capo di questa formazione da vari anni e ha preparato il coro nel migliore dei modi.
l Coro fanense e la sua direttrice sono impegnati in questi giorni nel Rossini Opera Festival 2023 nell'opera Aureliano in Palmira nell'edizione critica che restituisce musica che neanche Rossini ebbe modo di ascoltare in quanto vennero operati tagli fin dalla prima esecuzione scaligera.
Nahuel Di Pierro è impegnato negli ultimi due stasimi, il primo con un ampio recitativo che con la frase “Ci rassegna alla morte” scende nelle regioni gravi mettendo in evidenza un registro grave ben sonoro e ampio. “Voi tremende Eumenidi” ultimo recitativo molto pregno di pathos e dramma. Possiamo solo immaginare l’effetto prodotto se i brani fossero cantati insieme alla declamazione del dramma vero e proprio.
Edipo a Colono è una composizione molto originale, quasi sperimentale. La dimensione non è quella operistica e i ritmi sono espansi a suggellare il dramma greco. Viene in mente la modernità del finale tragico del Tancredi che segue la parola in maniera veritiera.
Spiace che Rossini non abbia orchestrato tutto il lavoro, poiché si percepisce la mancanza di preziosismi in orchestra. Il risultato è comunque interessante e merita più e più ascolti cosa che il Cd permette.
La Filarmonica Gioachino Rossini è esperta del repertorio del compositore pesarese e la bacchetta di Fabrizio Ruggero stacca dei tempi perfetti. La lunga ed elaborata sinfonia basterebbe da sola a dare valore a questo Cd. L'orchestrazione rossiniana è un continuo di preziosismi e particolari smaglianti che nella direzione di Ruggero vengono esaltati. I fiati in particolare sono ben valorizzati.
Molto curato il cofanetto, con inserti dorati nella stampa e un pratico libretto che contiene un illuminante saggio in 4 lingue di Francesco Milella, professore di Cambridge. I testi cantati vengono proposti a conclusione del libretto. Avremo modo di sentire molto presto Naheul Di Pierro a Bergamo nel Diluvio universale, nella Médée e nel Guillame Tell alla Scala. Un repertorio che ben si addice alle sue caratteristiche vocali.
Fabio Tranchida