Friedrich Wilhelm, Elettore di Brandeburgo | Štefan Margita |
L'Elettrice, sua moglie | Helene Schneidermann |
Principessa Natalie d'Orange | Vera-Lotte Boecker |
Friedrich Artur, principe di Homburg | Robin Adams |
Conte Hohenzollern | Moritz Kallenberg |
Feldmaresciallo Dörfling | Michel Ebbecke |
Colonnello Obrist Kottwitz | Friedemann Röhlig |
Regia | Stephan Kimmig |
Scenografia | Katja Haß |
Costumi | Anja Rabes |
Video designer | Rebecca Riedel |
Luci | Reinhard Traub |
Drammaturgia | Miron Hakenbeck |
Regia televisiva | Andy Sommer |
Orchestra of The Staatsoper Stuttgart | |
Direttore | Cornelius Meister |
Co-produzione Staatsoper Stuttgart e Bel Air Media | |
Dvd Naxos 2020 |
Quando Luchino Visconti propose all’amico Hans Werner Henze di scrivere un’opera tratta dal Prinz von Homburg di Heinrich von Kleist, il compositore era titubante. Il testo originale era già, a detta sua, così ricco di musicalità che sarebbe stato insensato trarne un’opera lirica. C’erano probabilmente altre questioni di carattere più drammaturgico a trattenere Henze, questioni che infine lo convinsero proprio per la possibilità di giocare con esse in senso metaforico: «alla fine il mio compito era quello di rappresentare due mondi completamente opposti, quello dell’ebbrezza, dell’entusiasmo in netta contrapposizione alla semplicità, alle riflessioni – scrive il compositore nella sua autobiografia, Canti di Viaggio (Il Saggiatore, 2005) – l’idea della libertà artistica che si scontra violentemente con l’idea della sottomissione e del servilismo a leggi, regole e convenzioni».
Il testo di von Kleist è infatti un capolavoro del romanticismo tedesco dal significato molto ambiguo, tanto che i suoi estimatori oscillano tra chi lo giudica come ottimo esempio di “fedeltà allo stato” e tra chi lo considera uno dei più magnifici esempi di libertà individuale.
La trama in breve: alla vigilia della decisiva battaglia del Fehrbellin, il giovane Friedrich Artur, principe di Homburg, viene trovato nel giardino del quartier generale dell’esercito prussiano in stato di sonnambulismo. Egli sogna della principessa Natalie d’Orange di cui è innamorato. Poco dopo, al consiglio di guerra, il nostro protagonista non riesce a concentrarsi sul piano di battaglia approntato, perennemente distratto dalle sue fantasticherie sull’amata. E dunque, disattendendo agli ordini, egli lancia la carica della cavalleria contro l’armata svedese portando alla vittoria i suoi uomini; ma anziché la gloria riceve la condanna a morte per insubordinazione da parte dell’Elettore di Brandeburgo Friedrich Wilhelm. L’intercessione di Natalie convince l’Elettore a perdonare il principe: Homburg sarà graziato, afferma, se ritiene di aver subito un’ingiustizia. È una condizione che il giovane principe sa di non poter accettare e si avvia dunque al patibolo: nell’ultima scena vediamo il principe incappucciato pronto a ricevere la morte. Viene accolto invece dall’Elettore, da Natalie e dagli altri protagonisti nello stesso giardino della prima scena: qui viene acclamato come il vincitore della battaglia. Si è trattato tutto di un sogno, dunque?
Ripensando alla vita di Henze – marxista e omosessuale in rotta con la vita politica e musicale tedesca – è facile immaginare come egli abbia finito con il sentirsi molto affine al giovane principe. Citiamo ancora dalla sua autobiografia: «Con tutto quello che dovetti vedere e sentire quell’estate [a Darmstadt nel 1955], tra cui anche la persona di Stockhausen, mi resi conto della differenza, della mia enorme distanza dalla scena musicale nazionale. Non ne facevo più parte, in fondo non ne avevo mai fatto parte, e non avevo mai voluto farne parte».
Alla fine Der Prinz von Homburg vide la sua prima rappresentazione nel 1960 ad Amburgo su libretto dell’amica poetessa Ingeborg Bachmann, seppur senza Visconti alla regia, rimasto intrappolato sul set di Rocco e i suoi fratelli per dei ritardi di lavorazione. Da allora Der Prinz von Homburg ha sempre avuto un buon numero di rappresentazioni nei teatri del mondo, ed oggi grazie a Naxos, e a Ducale Music che l’ha distribuito in Italia, trova la sua strada anche su Dvd e Cd. Si tratta dellanuova produzione portata sulle scene nel marzo 2019 dalla Staatsoper Stuttgart.
La regia di Stefan Kimmig asseconda la dimensione più onirica dell’opera, ben coadiuvata da un’ingegnosa scenografia messa a punto da Katja Haß che trasporta la narrazione in un contesto di moderna borghesia dai contorni satirici: così il guanto che il principe sfila all’amata Natalie è un guantone da pugilato, l’Elettore tiene le sue riunioni in una palestra mentre fa esercizi di danza, sua moglie si applica una crema per la bellezza del corpo mentre viene supplicata da Homburg perché interceda presso suo marito.
Non mancano elementi che richiamano la contrapposizione tra i due piani dell’opera, il reale e l’onirico: il bellissimo duetto alla fine del secondo atto tra Homburg e Natalie si svolge nella cella in cui il nostro nottambulo protagonista è rinchiuso, cella composta di pareti di specchio che duplicano le prospettive. Homburg e Natalie duettano dandosi le spalle, senza mai guardarsi in faccia se non per tramite delle loro immagini riflesse.
La musica di Henze, quella che lo allontanò dalle teorie di Darmstadt, è ricca di atmosfere debitrici del neoclassicismo stravinksijano e non mancano i richiami al melodramma italiano ottocentesco: una musica eclettica e sapientemente orchestrata (la partitura fu rivista nel 1991) che concede molti momenti di vitalità ai cantanti e ai musicisti. Sostenuta dalla direzione di Cornelius Meister, l’Orchestra della Staatsoper Stuttgart si produce in una prova fluida e ricca di colori cangianti in grado di assecondare i cantanti e incalzare la tensione crescente nel corso della rappresentazione.
Ottima anche la prova del cast vocale, seppure senza guizzi particolari che facciano svettare un attore sopra a tutti; di poco superiori agli altri sono forse Štefan Margita nel ruolo dell’Elettore e Robin Adams nei panni del principe di Homburg, i due personaggi attorno cui ruota il dramma: il primo, tenore, si muove per il palcoscenico con autorità e saldezza vocale; Adams, baritono, canta con voce calda e piena riuscendo a infondere nel suo personaggio tutti gli stati d’animo consoni, dalla concitazione per la battaglia alla paura per la condanna. Natalie d’Orange è Vera-Lotte Boecker, soprano dalla ottima agilità vocale e grande intensità recitativa, mentre il ruolo di Hohenzollern, amico del principe di Homburg, è affidato all’agile voce del tenore Moritz Kallenberg. Buoni anche i comprimari Helene Schneiderman (l’Elettrice), Michael Ebbecke (Dörfling) e Friedemann Röhlig (Kottwitz).
La regia televisiva è curata da Andy Sommer: il regista franco-tedesco è da anni un’autorità nel campo delle riprese televisive operistiche e musicali, e questo Dvd non fa che confermarne la fama.
Unica nota negativa: la mancanza di sottotitoli in italiano. Per la verità non sono quasi mai presenti in questo tipo di produzioni e non sapremmo dire se ciò conseguenza di logiche di mercato (sospettiamo di sì) oppure di altri motivi. I sottotitoli sono presenti in tedesco, inglese, coreano e giapponese. Tolte le prime due lingue per ovvi motivi, verrebbe da pensare che il mercato per i prodotti dell’opera contemporanea sia soprattutto nell’estremo oriente. C’è da andarne orgogliosi per l’interesse che suscita in altre culture, e al tempo stesso un po’ preoccupati per il disinteresse che suscita in Europa.
Emiliano Michelon