The Little Sweep, questo il titolo originale, è un'opera per ragazzi, terzo e ultimo atto di Let's make an Opera! Entertainment for Young People, su libretto di Eric Crozier, che andò in scena la prima volta nel 1949 nell’ambito del Festival di Aldeburgh, località del Suffolk dove Britten viveva.
L’opera si inserisce nella produzione che Britten compose per il pubblico più giovane con l’obiettivo di guidarlo nella conoscenza del teatro e delle tecniche musicali, nella ferma convinzione che fosse quanto mai necessario non solo divulgare la conoscenza della musica anche attraverso il coinvolgimento attivo dei piccoli spettatori, ma altresì trasmettere messaggi di uguaglianza, inclusione e solidarietà.
Nei primi due atti di Let’s Make an Opera! sette bambini e quattro adulti decidono di mettere in scena una vera e propria opera - con tanto di libretto, arie, cori, parti recitate e musica - che narra le vicende di un piccolo spazzacamino. I giovani spettatori vengono incoraggiati a partecipare alla creazione dell’opera, attraverso l’interpretazione di numeri corali.
The Little Sweep è l’opera che viene dunque messa in scena, in cui Britten utilizza molti strumenti per far conoscere la musica in modo divertente e per attrarre i più piccoli: canzoni marinare, marcette, valzer, pantomime, canzoni sentimentali.
Ad interpretare la storia di Sam, spazzacamino alle prime armi che, accidentalmente caduto nel camino di una casa signorile, viene accudito e salvato dai bimbi della famiglia con la complicità della loro amorevole tata, sono gli artisti in erba dell’Accademia scaligera, con diversi cast che si alterneranno sul palcoscenico.
Nei ruoli degli adulti i Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici: Dilan Șaka come Direttrice, María Martín Campos e Laura Lolita Perešivana nel ruolo di Rosa, Bob avrà la voce di Wonjun Jo e William Allione, e Clem quella di Pierluigi D’Aloia e Haiyang Guo.
L’iniziativa “Grandi spettacoli per piccoli”, promossa dal Teatro alla Scala dal 2014 per avvicinare il pubblico più giovane al teatro musicale, è una delle numerose opportunità riservate agli allievi della Scuola scaligera per mettersi alla prova sul palcoscenico, in questo caso di fronte alla platea più esigente. I bambini, infatti, dimostrano un entusiasmo travolgente, ma la loro attenzione deve essere catturata e costantemente alimentata. In questa occasione, dove i protagonisti sono proprio bambini capaci di distinguersi dagli adulti per gesti di generosità e altruismo, per i giovani spettatori sarà semplice immedesimarsi e tifare per il piccolo Sam.
IL PICCOLO SPAZZACAMINO (The Little Sweep – 1949)
Opera per bambini tratta da Let’s Make an Opera – Op. 45
Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala
Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestri collaboratori dell’Accademia Teatro alla Scala
Direttore, Bruno Casoni
Regia, Lorenza Cantini ripresa da Maria Paola Oreglia
Scene, Angelo Sala
Costumi, Cinzia Rosselli
Luci, Marco Filibeck
Direttrice, nell’opera Sig.na Bracco, governante Dilan Saka
Maestra, nell’opera Rosa, la bambinaia María Martín Campos / Laura Lolita Perešivana
Bidello, nell’opera Bob,
un brutale spazzacamino /Tommaso, autista William Allione / Wonjun Jo
Alunno ripetente, nell’opera Clem,
figlio e assistente di Bob/Alfredo, giardiniere Pierluigi D’Aloia / Haiyang Guo
Sam, nuovo garzone di Bob Alessandro De Gaspari /Samuele Giacchero / Theodore Chkareuli / Alberto Tibaldi
Giulietta Cecilia Menegatti / Valentina Diaz /
Giulia Murrai / Sabina Callejo Martinez
Gaio Niccolò Vittorio Villa / Maya Caiazza
Sofia Anastasia Fazio / Vittoria Montano
Gianni Giulia Fieramonte / Alessandro Malgeri
Tina Beatrice Sangiorgi / Giorgia Iaboni
Recite aperte al pubblico:
Domenica 11 febbraio 2024, ore 11
Domenica 11 febbraio 2024, ore 14.30
Sabato 20 aprile 2024, ore 11
Sabato 20 aprile 2024, ore 14.30
Recite riservate alle scuole primarie e secondarie di primo grado:
Lunedì 12 febbraio 2024, ore 11
Lunedì 12 febbraio 2024, ore 14.30
Martedì 19 marzo 2024, ore 11
Martedì 19 marzo 2024, ore 14.30
Lunedì 25 marzo 2024, ore 11
Lunedì 25 marzo 2024, ore 14.30
Lunedì 29 aprile 2024, ore 11
Lunedì 29 aprile 2024, ore 14.30
BIGLIETTI:
da € 36 a € 24
Per le scuole:
Alunni: posti in platea/palco € 15 galleria € 10 - Insegnanti accompagnatori € 1 [email protected] Tel: 02-88792021
Argomento
Per anni Britten coltivò l’idea di scrivere un’opera per bambini. L’occasione per realizzarla si presentò finalmente nel 1948, in preparazione della seconda edizione dell’Aldeburgh Festival, una manifestazione cui aveva dato vita insieme al compagno Peter Pears e all’amico Eric Crozier in una piccola cittadina di pescatori sul Mare del Nord. Un pomeriggio d’autunno, in cerca d’ispirazione, i tre sfogliavano un’edizione illustrata dei Songs of Innocence and Songs of Experience del poeta William Blake, quando rimasero colpiti da due poesie dedicate alle sofferenze e alle speranze di un piccolo spazzacamino. Crozier, che aveva collaborato con Britten nel 1945 come regista dell’opera Peter Grimes, il primo grande successo del musicista, e successivamente come librettista per vari progetti, in un attimo tracciò la prima bozza e dal giorno successivo iniziarono a lavorare a The Little Sweep.
La vicenda sembra un Peter Grimes a lieto fine, poiché sono molti i punti di contatto tra i due lavori, a cominciare dall’ambientazione ottocentesca nel Suffolk, la contea dove si trova Aldeburgh e dove era nato Britten. Nelle due opere un bambino molto povero è costretto a lavorare come apprendista per un adulto violento, riuscendo a suscitare la simpatia e la pietà di una donna che, in un caso, riesce a salvarlo mentre nell’altro no. In The Little Sweep il bambino si chiama Sam ed è stato consegnato dalla sua famiglia ai due spazzacamini Black Bob e Clem come assistente. Il primo giorno di lavoro il piccolo viene calato dentro il camino di una residenza signorile e rimane bloccato; le sue grida disperate attirano l’attenzione dei bambini della casa e dei loro cuginetti, che non solo aiutano Sam a liberarsi, ma decidono anche di usare ogni loro risorsa per sottrarlo a quella vita infelice. I ragazzi coinvolgono nel loro progetto Rowena, la tata dal cuore d’oro, e tutti insieme lavano, vestono e nutrono il piccolo spazzacamino. La mattina successiva, Sam viene nascosto dentro un grosso baule e caricato su un carro diretto alla casa della sua famiglia.
Originariamente, The Little Sweep costituiva il terzo e ultimo atto di Let’s Make an Opera, un lavoro ampio, di natura didattica, ideato come introduzione al melodramma e basato su una trama che gioca con l’espediente del teatro nel teatro. Nei primi due atti di Let’s Make an Opera un gruppo di adulti e di bambini decide di allestire un’opera ispirata alla storia di un piccolo spazzacamino, per la quale scrivono il libretto, preparano le scene e provano alcuni numeri. La versione originale prevedeva che il pubblico si esercitasse insieme ai cantanti nei numeri corali che poi sarebbero stati intonati nell’atto finale: in questo modo gli spettatori diventavano anch’essi interpreti. Oggi raramente il lavoro è proposto in questa forma assai coinvolgente, ma forse troppo lunga e complessa per i piccoli spettatori; si preferisce rappresentare autonomamente The Little Sweep, che con la sua storia semplice e commovente riesce sempre ad appassionare grandi e piccini.
La musica
La compositrice Imogen Holst, assistente di Britten ad Aldeburgh nonché figlia dell’autore della suite I pianeti, a proposito di The Little Sweep diceva: “Via via che la vicenda si svolge, ci si accorge che il Britten compositore di opere tragiche per adulti è lo stesso che scrive divertimenti spensierati per bambini; in lui non c’è una linea di demarcazione.” In effetti, si tratta di una partitura disseminata di dettagli originali e raffinati, e tuttavia semplice, con un organico molto ridotto (costituito unicamente da un quartetto d’archi, un percussionista e due pianisti che suonano a quattro mani) per permetterne l’esecuzione a musicisti dilettanti di buon livello in teatri di piccole dimensioni, come quelli delle scuole.
Trattandosi di una storia che inizia nel buio asfissiante di una canna fumaria e che finisce in modo trionfale, in un mattino di sole, anche la scelta delle tonalità segue questo percorso dall’oscurità verso la luce: il primo pezzo è in un cupo re minore, mentre l’ultimo splende in re maggiore. Questi due brani che incorniciano l’opera prevedono l’intervento del coro. Quello di apertura, “Canzone dello spazzacamino” è una sorta di scioglilingua veloce in 5/4, un ritmo piuttosto inconsueto; con i suoi tremolii minacciosi e il clangore delle dissonanze, contagia gli ascoltatori con la preoccupazione provata da Sam nel momento di affrontare per la prima volta il lavoro dello spazzacamino. Il coro conclusivo è invece pura gioia, perché celebra la fuga del ragazzino con una marcia brillante; nell’accompagnamento, i woodblock imitano il suono di un cavallo al trotto.
Sia nella “Canzone dello spazzacamino” sia nella canzone conclusiva, il coro canta all’unisono; lo stesso avviene nella “Canzone del bagno”, in cui la melodia volteggia a tempo di valzer per esprimere la felicità di un bel bagno caldo. Il brano corale “Canzone della notte” ha un andamento lento e cullante, ma non è particolarmente rilassante perché la musica ricrea l’atmosfera cupa e un po’ inquietante di un bosco dopo il tramonto; nel finale il coro si presenta diviso in quattro parti, ciascuna delle quali deve imitare il verso di un uccello notturno.
Questo è solo uno dei tanti brani in cui Britten ricorre alla pittura sonora: per esempio, il correre avanti e indietro dei bambini alla ricerca di un nascondiglio per Sam si traduce in un divertente moto perpetuo, mentre le lacrime di emozione del piccolo spazzacamino dopo il bagno diventano una figurazione leggera del pianoforte.
Come nelle opere della grande tradizione, anche qui ci sono arie, come la struggente “Run, poor sweep-boy”, avvolta da armonie impressioniste, e pezzi d’assieme, come il quartetto di gusto mozartiano “Sweep this chimney”. I brani in ogni caso sono sempre brevissimi e mancano i recitativi: il modello di Britten, infatti, non è quello del melodramma italiano, ma la ballad-opera inglese, contraddistinta dall’alternanza di dialoghi parlati e corti pezzi cantati.
Benjamin Britten e l’impegno con l’infanzia
Nel 1969 un importante direttore d’orchestra organizzò un ricevimento nella sua villa a Boston in onore del più grande compositore britannico del tempo, Benjamin Britten. A un certo punto della serata, l’omaggiato scomparve. Mentre tutti erano impegnati nelle ricerche, si sentì lo scoppio improvviso di una risata squillante: era la figlia di due anni dei padroni di casa che rideva a crepapelle guardando il fratello e il musicista camminare carponi come due cagnolini.
Per chi conosceva bene l’artista, quella situazione non aveva niente di straordinario. Oltre a trascorrere dei momenti di sincero divertimento insieme ai più piccoli, Britten si dedicava con gioia a comporre per loro, consapevole dell’importanza di questa attività. Scrivere musica per bambini e ragazzi faceva infatti parte di quel servizio alla comunità che sentiva come un obbligo morale per tutti i musicisti e che svolgeva con serietà, ricorrendo ogni volta a un linguaggio musicale semplice ma accattivante, e cercando di veicolare contenuti istruttivi attraverso l’impiego ingegnoso dell’elemento ludico.
Capolavoro indiscusso della produzione per ragazzi di Britten è The Young Person’s Guide to the Orchestra del 1945, una partitura nata come colonna sonora per un film sugli strumenti musicali, commissionato dal ministero dell’educazione britannico. Il pezzo si presenta come un tema con variazioni, ciascuna riservata a uno strumento diverso, che si conclude con una fuga dalle sonorità lussureggianti. La bellezza della composizione trascende la finalità educativa al punto che è diventata un classico del repertorio sinfonico.
Il resto dei pezzi per l’infanzia di Britten prevede la partecipazione attiva dei bambini. Il primo esempio risale agli anni Trenta e consiste in una serie di canzoni per coro di voci bianche, poi raccolte sotto il titolo Friday Afternoons, che si distinguono dal tradizionale e antiquato repertorio didattico di quell’epoca per la loro accessibilità e carattere vivace.
Più elaborate sono l’opera The Little Sweep, del 1949, e la sacra rappresentazione Noye’s Fludde, del 1957, nate entrambe nel contesto dell’Aldeburgh Festival. Questo appuntamento annuale, ideato per rivitalizzare, dopo la Seconda Guerra, la vita culturale del Suffolk, coinvolgeva artisti sia giovani sia affermati nonché gente del luogo senza una specifica formazione musicale. Il principio dell’inclusività trova la sua miglior realizzazione in Noye’s Fludde, una rappresentazione del diluvio universale che affianca in scena e nella buca dell’orchestra cantanti e musicisti di professione con bambini e dilettanti. Come di consuetudine, l’autore aguzza il suo ingegno per valorizzare gli interpreti e per comunicare al meglio con il pubblico; lo dimostra già nelle battute iniziali, in cui l’orchestra di dilettanti “suona” tazze da tè con cucchiai di legno per imitare il ticchettio della pioggia. In questo, come in tutti i lavori per ragazzi di Britten, uno spettacolo didattico si rivela un’esperienza indimenticabile.
Liana Püschel
BRUNO CASONI
Nato a Milano, dopo aver conseguito i diplomi di pianoforte, composizione, musica corale e direzione di Coro al Conservatorio “G. Verdi” della sua città, ha assunto l’incarico di direttore del Coro del Teatro Pierluigi da Palestrina di Cagliari e successivamente, dal 1983, di altro Maestro del Coro al Teatro alla Scala di Milano, incarico mantenuto fino al 1994. Sempre nel 1994 è diventato Direttore del Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala.
Dal 1979 al 2006 è stato docente di esercitazioni corali al Conservatorio di Milano. Nel 1984 ha fondato il Coro dei Pomeriggi Musicali di Milano, che ha diretto fino al 1992. Parallelamente ha collaborato con numerose istituzioni e festival musicali italiani e stranieri, sia come Direttore di Coro, sia dirigendo varie formazioni orchestrali.
Nel 1994 è stato nominato Direttore del Coro del Teatro Regio di Torino, alla guida del quale ha ottenuto unanimi consensi di critica e di pubblico nel repertorio lirico, svolgendo con il complesso un intenso lavoro volto ad ampliare il repertorio concertistico e intensificare la collaborazione con altre istituzioni musicali. Particolarmente significativo il rapporto consolidato con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Dal 2002 al 2021 è stato Direttore del Coro del Teatro alla Scala.
Nel luglio del 2002 ha iniziato la collaborazione con l’Associazione del Coro Filarmonico della Scala, del quale è Direttore Principale.
Dal 2005 collabora stabilmente con il Coro di Radio-France, con il quale ha realizzato importanti produzioni, tra le quali ricordiamo i Carmina Burana di Carl Orff registrati anche in DVD.
Socio onorario degli Amici del Teatro Regio di Torino e degli Amici del Teatro alla Scala, nel contesto dei Premi Abbiati 2008 ha ricevuto dall’Associazione Nazionale Critici Musicali Italiani lo speciale Premio Gavazzeni per il complesso della sua attività musicale.
Nel 2013 il Comune di Milano lo ha premiato con l’Ambrogino d’oro per i suoi meriti artistici.
LORENZA CANTINI
Nata a Milano, Lorenza Cantini si diploma come regista all’Accademia d’Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano.
Inizia la sua carriera scrivendo, recitando e mettendo in scena spettacoli di prosa.
Dal 1986 fino alla sua prematura scomparsa, nel 2021, è stata il Regista Collaboratore stabile del Teatro alla Scala dove ha diretto diversi allestimenti anche come regista titolare.
Tra le sue regie più importanti, sia produzioni scaligere riprese in prestigiosi teatri d’opera, in Italia e all’estero, sia produzioni proprie, si ricordano: L’elisir d’amore di Donizetti per l’AS.LI.CO., Gli zoccoli in villa, “pastiche” di diversi autori, per il Festival di Città di Castello, Boris Godunov di Musorgskij per il Teatro Comunale di Firenze, I due Foscari di Verdi a Seoul, La passione secondo Giovanni di Aretino per il Teatro alla Scala, La forza del destino di Verdi per il Festival Internazionale d’Atene, Il campanello di Donizetti per il Teatro Comunale di Bologna, le opere contemporanee Leyla und Medjum di Glanert, Orfeo cantando... tolse... di Guarneri e La favola d’Orfeo di Casella per Il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Si citano, inoltre, La prova di un’opera seria di Gnecco all’Opera di Roma, I Lombardi alla prima crociata di Verdi per il Teatro Ponchielli di Cremona, il doppio allestimento della Serva padrona sia di Pergolesi che di Paisiello al Teatro Comunale di Firenze, La fanciulla del West di Puccini all’Opera di Baltimore (USA), Il castello del duca Barbablù di Bartók e Persée et Andromède di Ibert per il Teatro Massimo di Palermo.
FONDAZIONE ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
La Fondazione Accademia Teatro alla Scala, divisa in quattro dipartimenti – Musica, Danza, Palcoscenico, Management – copre tutte le professioni legate al teatro musicale, con un’ampia offerta didattica articolata in corsi di formazione, di alto perfezionamento, corsi di diploma accademico di I e II livello afferenti all’AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), che rilasciano titoli equipollenti a quelli universitari, nonché Master di I livello, workshop e stage estivi. L’alto livello della docenza garantisce la preparazione più adeguata, grazie alla presenza dei professionisti del Teatro alla Scala a cui si affiancano grandi artisti e i maggiori esperti del settore. Che condividono una metodologia che favorisce un valido inserimento professionale attraverso un’intensa e quotidiana attività di formazione “sul campo”. L’Accademia, oggi presieduta da Victor Massiah e diretta da Luisa Vinci, oltre al Teatro alla Scala, annovera come Soci Fondatori Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Intesa Sanpaolo, Fondazione Berti Onlus, Fondazione Bracco, Fondazione Milano per la Scala e Techbau.
ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI DEL TEATRO ALLA SCALA
L’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala vanta una storia longeva e prestigiosa. È del 1946, infatti, la creazione di una “Scuola di perfezionamento per giovani artisti lirici” per volontà dell’allora sovrintendente Antonio Ghiringhelli e di Arturo Toscanini, dal 1953 meglio nota come Scuola dei Cadetti della Scala. Una Scuola che ha forgiato grandi voci – bastino i nomi di Luis Alva e di Paolo Montarsolo – tornata a nuova vita nel 1997 come Accademia di perfezionamento per cantanti lirici grazie a Carlo Fontana e a Riccardo Muti, che ne affidano la direzione a Leyla Gencer. Dalla scomparsa del grande soprano, nell’albo d’oro dei direttori figurano i nomi di Mirella Freni e di Renato Bruson.
Oggi è Luciana D’Intino a tenere le redini, affiancata da artisti e maestri di indiscussa caratura che condividono l’obiettivo di accompagnare alla carriera professionale giovani cantanti dotati di una solida base musicale nell’arco di un rigoroso percorso biennale.
Il programma è particolarmente intenso poiché allo studio quotidiano s’intreccia la frequente partecipazione dei solisti alle produzioni del Teatro alla Scala, in piccoli ruoli, oltre a un titolo che dal 2000 viene loro affidato in toto e inserito nella stagione, il Progetto Accademia, che vede anche la presenza dell’Orchestra della Scuola scaligera.
Nell’arco di due anni, gli allievi hanno dunque la possibilità di confrontarsi costantemente su uno dei palcoscenici più importanti del mondo con interpreti, direttori d’orchestra e registi di fama, sia in nuove produzioni sia in allestimenti storici. Tale presenza nel cartellone scaligero, a cui si affianca una significativa attività artistica in Italia e all’estero, rende questo percorso unico al mondo, perché se è vero che, in aula, lo studio dei ruoli e l’approfondimento del repertorio rappresentano un momento fondamentale per lo sviluppo della tecnica, la prassi esecutiva sul palcoscenico è sostanziale non solo per affinare le capacità interpretative, ma anche per vivere reali esperienze professionali.
La frequenza è gratuita e gli allievi beneficiano di una borsa di studio mensile.
Per il biennio 2023-2025, accanto a Luciana D’Intino, a cui sono in capo le lezioni di tecnica vocale e interpretativa, sono presenti per lo studio dei ruoli rinomati maestri collaboratori, fra cui Vincenzo Scalera, James Vaughan, Umberto Finazzi e Michele D’Elia, mentre l’arte scenica è affidata a Marina Bianchi.
Terranno inoltre delle masterclass Barbara Frittoli, Gregory Kunde, Michele Pertusi e Pietro Spagnoli. Nomi che vanno ad aggiungersi a quelli che nel corso delle varie edizioni hanno arricchito la preparazione degli allievi, come Luis Alva, Marcelo Álvarez, Teresa Berganza, Enzo Dara, Juan Diego Flórez, Christa Ludwig, Eva Mei, Giorgio Merighi, Leo Nucci, Ruggero Raimondi, Renata Scotto, Luciana Serra e Shirley Verrett.
Fra i registi che hanno firmato nuove produzioni nell’ambito del Progetto Accademia al Teatro alla Scala si segnalano: Antonio Albanese (Le convenienze ed inconvenienze teatrali), Woody Allen (Gianni Schicchi), Grischa Asagaroff (Prima la musica, poi le parole), Sven-Eric Bechtolf (Hänsel und Gretel), Irina Brook (Il matrimonio segreto), Liliana Cavani (Alì Baba e i 40 ladroni), Guido De Monticelli (Ugo, conte di Parigi), Damiano Michieletto (La scala di seta), Leo Muscato (Il barbiere di Siviglia), Franco Ripa di Meana (Ascanio in Alba), Peter Stein (Die Zauberflöte).
Senza contare gli allestimenti storici, creati dai più grandi nomi della regia lirica: Jean-Pierre Ponnelle (Il barbiere di Siviglia; L’Italiana in Algeri; L’occasione fa il ladro), Franco Zeffirelli (La bohème), Giorgio Strehler (Le nozze di Figaro), Michael Hampe (Così fan tutte), Jonathan Miller (Don Pasquale), Pier Luigi Pizzi (Un giorno di regno), Pier’Alli (Oberto, conte di San Bonifacio), Gilbert Deflo (Rigoletto).
Nel 2024 sarà Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota a vederli in scena, in una nuova produzione diretta da Donato Renzetti e firmata da Mario Acampa.
Si ricordano anche, fra le produzioni realizzate in altri teatri, Nina, o sia la pazza per amore e Così fan tutte al Teatro Strehler di Milano, Parisina e Chiara e Serafina al Teatro Donizetti di Bergamo, Un giorno di regno e Cenerentola al Teatro Filarmonico di Verona, Falstaff al Teatro Verdi di Busseto, Il barbiere di Siviglia al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Teatro Comunale di Modena, Falstaff e Le nozze di Figaro alla Royal Opera House di Muscat (Oman), Così fan tutte al Teatro Carlo Felice di Genova.
Inoltre, nella stagione 2014/15 il Teatro alla Scala ha inaugurato con la Cenerentola per bambini (per la direzione di Maxime Pascal e la regia di Ulrich Peter) tratta dall’opera di Rossini, “Grandi Spettacoli per Piccoli”, iniziativa destinata ad avvicinare il pubblico più giovane all’opera lirica attraverso la messa in scena di noti titoli del repertorio, affidati all’Orchestra e alle voci dei solisti dell’Accademia, in versioni appositamente riviste e pensate per bambini in età scolare. Sono seguiti Il flauto magico diretto da Min Chung e Paolo Spadaro, per la regia di Ulrich Peter, Il ratto dal serraglio firmato da Johannes Schmid per la direzione di Michele Gamba, Il barbiere di Siviglia e L’elisir d’amore, entrambi diretti da Pietro Mianiti in allestimenti con la regia di Grischa Asagaroff.
Nella stagione 2022/’23, insieme al Coro di Voci Bianche e sempre con l’Orchestra dell’Accademia, gli allievi sono stati coinvolti in una nuova produzione, un’opera per i bambini appositamente commissionata dal Teatro alla Scala, Il piccolo principe con musiche di Pierangelo Valtinoni su libretto di Paolo Madron dall’omonimo racconto di Antoine de Saint-Exupéry, con la direzione di Vitali Alekseenok e la regia di Polly Graham.
Nel 2023/’24, oltre alle riprese de Il piccolo principe, i solisti saranno nuovamente impegnati con il Coro di Voci Bianche e l’Orchestra dell’Accademia ne Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten nell’allestimento di Lorenza Cantini.
Piace infine ricordare alcuni dei direttori d’orchestra con cui gli allievi hanno avuto l’opportunità di collaborare sia per il repertorio operistico sia per quello lirico-sinfonico: Roberto Abbado, Marc Albrecht, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone, Ádám Fischer, Fabio Luisi, Nicola Luisotti, Daniel Oren, Donato Renzetti, Christophe Rousset, Daniele Rustioni.
CORO DI VOCI BIANCHE DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
Il Coro di voci bianche ha raccolto nel 2010 l’eredità dello storico Coro di voci bianche del Teatro alla Scala, fondato nel 1984, affidato nel corso degli anni alla direzione di Gerhard Schmidt-Gaden, Nicola Conci e, dal 1994 a tutt’oggi a Bruno Casoni.
Sin dalla sua fondazione, il Coro di voci bianche partecipa regolarmente alle produzioni d’opera e di balletto e ai concerti del Teatro alla Scala ed è ospite delle stagioni d’importanti istituzioni musicali quali l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Milano, il Teatro Comunale di Firenze, il Teatro Comunale di Bologna.
Nel 1998 il Coro di voci bianche ha collaborato all’incisione de La bohème di Puccini con i complessi scaligeri, sotto la direzione di Riccardo Chailly.
Numerose le composizioni scritte appositamente per il Coro di voci bianche dell’Accademia scaligera da autorevoli compositori quali Azio Corghi (La morte di Lazzaro), Sonia Bo (Isole di luce), Bruno Zanolini (Beati parvuli), Alessandro Solbiati (Surgentes) e Carlo Pedini (Magnificat), eseguite in prima mondiale assoluta.
Veramente intensi gli impegni artistici al Teatro alla Scala. Fra i titoli d’opera e di balletto più recenti, molti dei quali a inaugurazione di stagione, si annoverano Carmen (2015), Tosca (2015 e 2019), Cavalleria rusticana (2015), Turandot (2015), CO2, (2015), Der Rosenkavalier (2016), La bohème (2017 e 2023), Hänsel und Gretel (2017), Attila (2018), Lo Schiaccianoci (2018 e 2022), Die tote Stadt (2019), La dama di picche (2022), La Gioconda (2022), Boris Godunov (2022).
Nell’ambito dell’attività concertistica, sempre alla Scala, si ricordano nel 2013 il concerto di Natale diretto da Daniel Harding, nel 2015 il concerto con i Wiener Philarmoniker sotto la direzione di Mariss Jansons, la Terza Sinfonia di Mahler diretta da Iván Fischer con la Budapest Festival Orchestra (2016), da Riccardo Chailly con la Filarmonica della Scala (2017) e da Daniele Gatti con l’Orchestra del Teatro alla Scala (2022), e la Sinfonia n. 8 di Mahler diretta da Riccardo Chailly (2023).
A questi si aggiungono gli appuntamenti inseriti nel progetto “Grandi Spettacoli per piccoli” da Il piccolo spazzacamino di Britten (2016 e 2024) a Il piccolo principe opera commissionata dal Teatro alla Scala a Pierangelo Valtinoni su libretto di Paolo Madron (2023) ai concerti diretti annualmente da Bruno Casoni, con Marco De Gaspari al pianoforte e a quelli del ciclo Lalla e Skali affidati alla regia di Mario Acampa.
Menzione a parte merita la partecipazione del Coro a La Scala in città, iniziativa inaugurata dal Comune di Milano nel 2021 per portare la musica e la danza in diversi luoghi della città, interessando tutto lo spazio urbano milanese.
Significativa anche l’attività in altri prestigiosi teatri e festival di rilievo internazionale. Si ricordano, fra gli altri, nel 2014 l’omaggio a Fausto Romitelli sotto la direzione di Fabián Panisello nell’ambito del 23° Festival di Milano Musica; nel 2016, per il Ravenna Festival, il concerto Le vie dell’amicizia: Ravenna-Tokyo, sotto la direzione di Riccardo Muti; nel 2017 Die Zauberflöte per la Stagione lirica di OperaLombardia a Bergamo, Brescia, Como, Cremona e Pavia, e, nel 2018, nella Basilica di San Michele Maggiore a Pavia, per la prima edizione del Festival di Musica Sacra, il concerto con il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini.
Nel 2019 il Coro di voci bianche ha partecipato al Castello di Chambord alla cerimonia d’apertura delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, esibendosi alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron.
Nel 2021 il Coro è stato protagonista di diversi concerti. Fra gli altri, si ricorda il concerto di chiusura del Progetto La Scala fa Scuola. Un Coro in Città, iniziativa che, grazie alla creazione di quattordici cori nelle scuole primarie milanesi, ha visto esibirsi al Castello Sforzesco di Milano il Coro scaligero al fianco dei bambini dei cori della città. Il Coro ha quindi vissuto un’esperienza molto particolare esibendosi in “alta quota” a Pejo 3000 per l’evento clou del progetto artistico dalla forte matrice ecologista “Uno di un milione”, nato da un’idea del Collettivo OP e realizzato in collaborazione con l’Azienda per il Turismo della Val di Sole.
Non è mancata un’esperienza altrettanto originale come il concerto realizzato in concomitanza con la partenza dei lavori di restauro della Torre Velasca, con l’Orchestra dell’Accademia diretta da Speranza Scappucci, oltre alla partecipazione di uno degli allievi come solista al Requiem mediterraneo, opera di Sebastiano Cognolato dedicata al tema dei migranti, eseguita in prima assoluta al Teatro dell’Arte di Milano.
ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
Il progetto formativo dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala accompagna giovani musicisti alla futura carriera professionale offrendo loro, nell’arco di un biennio, una preparazione completa sul repertorio sinfonico, operistico e di balletto. Il programma didattico prevede esercitazioni orchestrali (Pietro Mianiti, docente principale) e di ensemble (Marco Angius, docente principale), lezioni individuali di strumento, musica da camera e prove a sezioni tenute dalle Prime Parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala. A ciò si affianca un’intensa attività artistica, in Italia e all’estero, sotto la guida di alcuni fra i più autorevoli e rinomati direttori d’orchestra del mondo, spesso in collaborazione con gli altri complessi artistici della Scuola scaligera, dai solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici al coro ai danzatori della Scuola di Ballo.
L’orchestra ha l’opportunità di esibirsi in primis al Teatro alla Scala, che non solo la ospita annualmente per un’opera inserita nel cartellone, ma la chiama anche per alcune produzioni del Corpo di Ballo e per numerosi concerti. L’attuale compagine, da sempre caratterizzata da una significativa presenza di allievi stranieri, oggi è formata da 65 elementi provenienti da ogni parte d’Italia e da diversi paesi, per nove differenti nazionalità, e rigorosamente Under30, con un’età media di 24 anni.
Fra le opere e i balletti in scena alla Scala fra il 2007 e il 2022 si annoverano Così fan tutte, Le nozze di Figaro, L’occasione fa il ladro, L’italiana in Algeri, Don Pasquale, La scala di seta, Sogno di una notte di mezza estate, Giselle, Onegin, Histoire de Manon, Il barbiere di Siviglia, Die Zauberflöte, Hänsel und Gretel, Alì Baba e i quaranta ladroni, Gianni Schicchi, Prima la musica e poi le parole, Rigoletto, Il matrimonio segreto. A questi si aggiungono le opere del progetto “Grandi Spettacoli per Piccoli”, che fra il 2014 e il 2022 ha proposto noti titoli del repertorio in versione ridotta per avvicinare bambini e ragazzi in età scolare al teatro musicale. Nella stagione 2022/’23 il Teatro alla Scala ha affidato agli allievi una nuova opera per bambini, Il Piccolo Principe, ispirata al celebre racconto di Saint-Exupery, commissionata a Pierangelo Valtinoni su libretto di Paolo Madron. Inoltre, nel 2018 l’Orchestra ha accompagnato alla Scala la Compagnia di Ballo del Bol’šoj ne La Bayadère e nel 2019 la compagnia del Tokyo Ballet.
Fra gli impegni più recenti, si ricordano nel 2021 il concerto tenuto in occasione del National Day dell’Italia ad ExpoDubai2020, nel 2022 il concerto con cui al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono stati celebrati i 50 anni della Fondazione Bonino-Pulejo e i 70 anni della Gazzetta del Sud e, nel 2023, insieme ai solisti, artisti del coro e ballerini dell’Accademia, alla Royal Opera House di Muscat, in Oman, l’esecuzione de Le nozze di Figaro nel celebre allestimento di Giorgio Strehler, ripreso da Marina Bianchi, oltre a La fille mal gardée in una nuova coreografia firmata da Frédéric Olivieri al Teatro alla Scala.
Numerosi i teatri, le società concertistiche e i festival di rilievo internazionale ove si è esibita l’Orchestra dell’Accademia: si citano il Teatro Bol’šoj di Mosca, Philarmonia di San Pietroburgo, Royal Opera House di Muscat, Harris Theatre di Chicago, Strathmore Hall di Washington, il Peter Norton Symphony Space di New York, il Clarice Smith Performing Arts Center dell’Università del Maryland, il Richardson Auditorium dell’Università di Princeton, La Fenice di Venezia, Teatro Massimo di Palermo, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Bellini di Catania, Teatro Luigi Pirandello di Agrigento, Auditorium Rai di Torino, Ravello Festival, Ravenna Festival, Kissinger Sommer Festival e Wolfegger Festspiele.
Alla direzione si sono avvicendati artisti come Roberto Abbado, Marc Albrecht, Giovanni Antonini, John Axelrod, Roland Böer, Paolo Carignani, David Coleman, Ottavio Dantone, Óliver Diaz, Placido Domingo, Gustavo Dudamel, Christoph Eschenbach, Diego Fasolis, Vladimir Ivanovič Fedoseev, Iván Fischer, Ádám Fischer, Lawrence Foster, Marco Guidarini, Theodor Guschlbauer, Michael Halász, Manfred Honeck, Fabio Luisi, Susanna Mälkki, Michele Mariotti, Zubin Mehta, Pietro Mianiti, Gianandrea Noseda, Daniel Oren, Evelino Pidò, Sesto Quatrini, Stefano Ranzani, Donato Renzetti, Daniele Rustioni, Mikhail Tatarnikov, Yuri Temirkanov, Lorenzo Viotti, Massimo Zanetti e hanno collaborato solisti del calibro di David Fray, Herbie Hancock, Olga Kern, Lang Lang, Andrea Lucchesini, Francesco Manara, Fabrizio Meloni, Miriam Prandi, Alessandro Taverna, Simon Trpčeski, Alexei Volodin, Giovanni Andrea Zanon.
CORSO DI PERFEZIONAMENTO PER MAESTRI COLLABORATORI DI SALA E DI PALCOSCENICO
Il corso, nato nel 1994, sviluppa le diverse competenze che deve possedere il maestro collaboratore, figura fondamentale per la preparazione e realizzazione di uno spettacolo d’opera e di balletto: questi assomma in sé le funzioni di maestro di sala, vocal coach, maestro di palcoscenico, suggeritore, direttore della banda di palcoscenico, maestro preparatore e accompagnatore del coro. L’unicità del corso è data dal forte legame con il Teatro alla Scala, non solo perché gli allievi sono attivamente coinvolti nelle produzioni dell’Accademia inserite nel cartellone (opere, concerti, balletti) ed assistono a prove e spettacoli della stagione lirico-sinfonica, ma anche perché fra i docenti vi sono alcuni dei maestri collaboratori del Teatro.
L’attività pratico-artistica riveste un ruolo sostanziale per sperimentare quanto appreso in aula: gli allievi partecipano a tutte le fasi delle produzioni liriche in qualità di pianista di sala, maestro al cembalo/fortepiano, maestro suggeritore, maestro alle luci, maestro di palcoscenico; accompagnano lezioni, masterclass, audizioni, concerti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici e assistono i cantanti nello studio dello spartito; partecipano, in qualità di pianisti, alle audizioni e ai concerti dell’Orchestra dell’Accademia; accompagnano prove del Coro e del Coro di voci bianche dell’Accademia. Inoltre, l’opportunità di lavorare con direttori d’orchestra, musicisti, cantanti e registi di fama contribuisce a rendere unica tale proposta formativa: bastino i nomi di Riccardo Chailly, Daniel Oren, Diego Fasolis, Ottavio Dantone, Fabio Luisi, Evelino Pidò, Leo Nucci, Ambrogio Meastri, Peter Stein, Gilbert Deflo, Woody Allen, Liliana Cavani, Daniele Abbado, Leo Muscato - per citare le collaborazioni più recenti - per capirne la portata.
Comunicato Stampa