Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
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Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Stasera l’Opera di Roma ha inaugurato la stagione col suo spettacolo più completo a mia memoria. Non ricordo infatti in questa sala un equilibrio altrettanto alto di orchestra, coro, solisti e allestimento.
Merito anzitutto di Mariotti, che prende questa musica dalla strada in salita: ne dà una lettura fredda e asciutta, al limite del secco, per costringere il pubblico a seguire il libretto col fiato sospeso. L’orchestra si fa così chiosa di frasi dense e potenti, in modo sensibile e chiaroscurato, descrivendo atmosfere vivide quasi come fosse Pelléas… La narrazione procede serrata, e alcune pause ne acuiscono la tensione. Ci sono oasi ma sono così interiorizzate che, più che emotive, le definirei di umanità e di fede: le suore che si riconoscono sorelle in fatti apparentemente ordinari, la fede etimologica che si affida a ciò che non concepisce. Il Salve Regina finale scioglie tanta attesa in un’ondata travolgente, con Mariotti e l’orchestra così partecipi che pare vogliano cantare insieme al coro. Un’interpretazione profondissima. Orchestra e coro eseguono come un meccanismo oliato all’ennesima rappresentazione di un titolo in repertorio, mai sentiti così compatti a una prima.
Stasera la Antonacci mi ha ricordato cosa disse di lei venticinque fa un’amica che ebbe la fortuna di sentire la Callas fin dagli albori: ‘Se la Antonacci avesse una voce più estesa, sarebbe un’altra Callas’. Trovo che in Madame de Croissy abbia addirittura superato la grande Palmer: l’autorevolezza tragica è la medesima, ma in lei si aggiungono musicalità sopraffina e una personalità che rendono sfaccettato e umanissimo il personaggio. Superlativa la Madame Lidoine della Vesin, che anche nello stile di canto sposa la seconda priora nel suo carattere rustico, rigoroso e genuino. La Winters sottolinea gli aspetti di forza e libertà in Blanche, con bel controllo dei fiati in smorzando. Splendide la Constance di Emöke Baráth, di un candore giovane e ispirato anche nella dimensione profetica, e la Marie della Gubanova semplicemente perfetta. Ottimo il fratello interpretato da Volkov, più che funzionali gli altri.
Emma Dante firma il suo allestimento più maturo. È esteticamente elegante, al limite dell’essenziale, senza scivoloni rococò. È pensato come i suoi migliori film, quasi in preghiera in luogo dell’enfasi. È naturalmente innamorato delle donne, ma va ben oltre un rivendicazionismo fine a se stesso. È provocatorio, ma con intelligenza. È duro, come le vicende del testo.
Successo caloroso da parte di un pubblico concentratissimo. Consiglio le replice a chiunque voglia godere di una produzione indimenticabile.
Merito anzitutto di Mariotti, che prende questa musica dalla strada in salita: ne dà una lettura fredda e asciutta, al limite del secco, per costringere il pubblico a seguire il libretto col fiato sospeso. L’orchestra si fa così chiosa di frasi dense e potenti, in modo sensibile e chiaroscurato, descrivendo atmosfere vivide quasi come fosse Pelléas… La narrazione procede serrata, e alcune pause ne acuiscono la tensione. Ci sono oasi ma sono così interiorizzate che, più che emotive, le definirei di umanità e di fede: le suore che si riconoscono sorelle in fatti apparentemente ordinari, la fede etimologica che si affida a ciò che non concepisce. Il Salve Regina finale scioglie tanta attesa in un’ondata travolgente, con Mariotti e l’orchestra così partecipi che pare vogliano cantare insieme al coro. Un’interpretazione profondissima. Orchestra e coro eseguono come un meccanismo oliato all’ennesima rappresentazione di un titolo in repertorio, mai sentiti così compatti a una prima.
Stasera la Antonacci mi ha ricordato cosa disse di lei venticinque fa un’amica che ebbe la fortuna di sentire la Callas fin dagli albori: ‘Se la Antonacci avesse una voce più estesa, sarebbe un’altra Callas’. Trovo che in Madame de Croissy abbia addirittura superato la grande Palmer: l’autorevolezza tragica è la medesima, ma in lei si aggiungono musicalità sopraffina e una personalità che rendono sfaccettato e umanissimo il personaggio. Superlativa la Madame Lidoine della Vesin, che anche nello stile di canto sposa la seconda priora nel suo carattere rustico, rigoroso e genuino. La Winters sottolinea gli aspetti di forza e libertà in Blanche, con bel controllo dei fiati in smorzando. Splendide la Constance di Emöke Baráth, di un candore giovane e ispirato anche nella dimensione profetica, e la Marie della Gubanova semplicemente perfetta. Ottimo il fratello interpretato da Volkov, più che funzionali gli altri.
Emma Dante firma il suo allestimento più maturo. È esteticamente elegante, al limite dell’essenziale, senza scivoloni rococò. È pensato come i suoi migliori film, quasi in preghiera in luogo dell’enfasi. È naturalmente innamorato delle donne, ma va ben oltre un rivendicazionismo fine a se stesso. È provocatorio, ma con intelligenza. È duro, come le vicende del testo.
Successo caloroso da parte di un pubblico concentratissimo. Consiglio le replice a chiunque voglia godere di una produzione indimenticabile.
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Sottoscrivo e sottolineo il pubblico concentratissimo, vera rarità a una prima romana, segno che quando le cose sono fatte bene anche il generone sa stare attento.
Non nascondo che il finale mi ha molto commosso, era tutto musicalmente perfetto, registicamente un po’ meno, la donna crocifissa è ormai banale se non ridicola.
Non nascondo che il finale mi ha molto commosso, era tutto musicalmente perfetto, registicamente un po’ meno, la donna crocifissa è ormai banale se non ridicola.
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
ho visto in TV solo la morte di Madame de Croissy ma ho avuto le stesse sensazioni scritte sopra....ci sarò all'ultima replica martedì 6
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Io sto ancora tentando di dimenticare le indimenticabili Madame Croissy della Crespin e della Silja.
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Arrivo, venerdì. Non avevo dubbi sull' esito. Mariotti più Dante, umanamente musicalmente teatralmente culturalmente perfetti per il titolo, entrambi. Averli uniti e' cosa dal Primo Teatro Lirico d'Italia (grazie Fuortes che inizio' a renderlo tale con Gatti, e ideale la successione: brava Roma, ha scelto bene: Capitale italiana della Musica, in attesa fervida delle scelte prossime di Santa Cecilia, che speriamo adeguate).
Sono molto molto contento del trionfo, e non vedo l'ora di esserci.
marco vizzardelli
Sono molto molto contento del trionfo, e non vedo l'ora di esserci.
marco vizzardelli
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Recensione in home page: https://www.operaclick.com/recensioni/t ... C3%A9lites
In sostanza, concordo sull'ottima prestazione di Mariotti e orchestra, mentre la regia di Emma Dante, pur con numerosi meriti, non mi ha convinto.
In sostanza, concordo sull'ottima prestazione di Mariotti e orchestra, mentre la regia di Emma Dante, pur con numerosi meriti, non mi ha convinto.
Non sum uni angulo natus, patria mea totus hic mundus est. (Seneca)
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Segnalo un piccolo (?) refuso (?) nella recensione: Bernanos non era un librettista.
- manrico64
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
secondo me, in riferimento a quest'opera, credo sia corretto chiamarlo librettistaAmonasro86 ha scritto: ↑02 dic 2022 00:54Segnalo un piccolo (?) refuso (?) nella recensione: Bernanos non era un librettista.
Danilo
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Beh no, Bernanos è morto un lustro prima della composizione dell’opera.
Poulenc ha tratto il libretto dal suo dramma (e dalla sceneggiatura), ma dire che Bernanos era il librettista non è corretto.
Poulenc ha tratto il libretto dal suo dramma (e dalla sceneggiatura), ma dire che Bernanos era il librettista non è corretto.
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Re: Dialogues des Carmélites all’Opera di Roma
Esco ipnotizzato dalla terza recita, evoluta rispetto alla prima nella densità chiaroscurata del manto orchestrale, e nella fusione tra soliste e podio che respirano all’unisono.
Gubanova, Vesin, Winters e Baráth sono inappuntabili e bilanciatissime, la Antonacci extraterrestre, Mariotti prega col cuore facendo musica.
Gubanova, Vesin, Winters e Baráth sono inappuntabili e bilanciatissime, la Antonacci extraterrestre, Mariotti prega col cuore facendo musica.