“Citofonare Gaetano, Amarcord” è il titolo della serata speciale cui abbiamo assistito il 29 novembre scorso presso il Teatro Donizetti di Bergamo. Un bel modo per commemorare il dies natalis del Cigno di Bergamo e contemporaneamente ripercorrere in maniera divertente ma anche rigorosa ed al contempo scanzonata i dieci anni di Donizetti Opera appena conclusisi; una serata in cui non sono mancati momenti di riflessione e profonda commozione, soprattutto ripercorrendo il triste periodo del covid.
Dieci anni in cui il Festival è nato e cresciuto sotto la potente spinta propulsiva di Francesco Micheli, vulcanico, preparato ed efficace direttore artistico che conclude il suo mandato lasciando, a chi verrà selezionato per sostituirlo, un’eredità pesantissima.
Oltre al valore complessivo delle produzioni realizzate nel decennio 2015 – 2024 che hanno visto un crescente partecipazione di pubblico sino alle 14.000 presenze di quest’ultima edizione (per i numeri dettagliati vi rimandiamo al comunicato stampa del Teatro) anche grazie al coinvolgimento di artisti di calibro internazionale e cast curati con attenzione sino all’ultimo dei comprimari, il grandissimo merito di Micheli – certamente il più difficile da pareggiare da chi verrà – è stato il suo riuscire a coinvolgere la cittadinanza risvegliando nei bergamaschi quel sano orgoglio d’essere concittadini di Donizetti. Un senso di appartenenza risvegliato scendendo in piazza, andando di via in via, di scuola in scuola inventandosi eventi festosi di grande appeal per la gente, anche quella che sino a qualche anno fa non sapeva chi fosse il grande Gaetano; eventi organizzati con indubbio sforzo – pensiamo alla Donizetti Night – ma che hanno portato risultati impagabili per tutti: melomani, simpatizzanti, semplici cittadini, commercianti, conservatorio e scuole di ogni ordine e grado.
Questi grandi meriti sono stati riconosciuti a Micheli da tutte le persone che l’hanno visto lavorare nel corso del suo mandato e i dieci minuti di standing ovation – con il pubblico tutto in piedi – che gli sono stati riservati venerdì scorso al termine della serata “Citofonare Gaetano, Amarcord” sono stati un momento di sincera commozione per lui – letteralmente in lacrime – e tutti i presenti.
Per la cronaca hanno contribuito alla riuscita della bella serata, alcuni degli artisti coinvolti nelle recenti edizioni del Donizetti Opera: Carmela Remigio (carismatica Anna Bolena), Roberto De Candia (autorevole Pietro il Grande), Javier Camarena (palpitante Nemorino), Raffaella Lupinacci (amorevole Arturo). Ha partecipato anche Omar Mancini, giovane tenore che frequentò la Bottega Donizetti. Tutti gli artisti hanno potuto beneficiare dello splendido accompagnamento al pianoforte di Giulio Zappa.
Nel corso della serata lo stesso Francesco Micheli, nelle vesti di presentatore e scoppiettante one man show, non ha dimenticato di riservare un momento per ogni settore del teatro e ai rispettivi responsabili: dal comitato scientifico presieduto da Paolo Fabbri a Floriana Tessitore responsabile ufficio stampa, da Michela Mannari dei progetti didattici ad Alberto Mattioli drammaturg nelle ultime edizioni del Festival e proseguendo con tutti le altre persone coinvolte. Un momento è stato riservato a Corrado Rovaris direttore più volte sul podio a partire dall’Anna Bolena del 2015. Non è mancato anche il gradito saluto registrato, in quanto impossibilitato ad essere presente alla serata, da Riccardo Frizza direttore musicale del Donizetti Opera ed al quale vanno riconosciuti molti meriti dei successi ottenuti da tante rappresentazioni donizettiane di questo decennio.
La cronaca si riferisce alla serata del 29 novembre 2024.
Danilo Boaretto