Fiordiligi | Ekaterina Bakanova |
Dorabella | Raffaella Lupinacci |
Guglielmo | Michele Patti |
Ferrando | Blagoj Nacoski |
Despina | Barbara Bargnesi |
Don Alfonso | Daniele Antonangeli |
Direttore d'orchestra | Jonathan Webb |
Maestro del Coro | Franco Sebastiani |
Regia | Ettore Scola ripresa da Marco Scola Di Mambro |
Scene | Luciano Ricceri |
Luci | Andrea Anfossi |
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova | |
Allestimento Fondazione Teatro Regio di Torino |
Questo Mozart vale un Perù. Sarà forse la smania di stanare 'sta leggendaria araba fenice, sarà Amadeus, che a Genova ha sempre la sua claque, fatto sta che il Carlo Felice era assai gremito per la prima del Così fan tutte e la serata è stata accolta con grande successo. Ettore Scola ci aveva visto giusto, ancora una volta.
Napoli, il mare, il giardino del palazzo, la barchetta dei soldati: non manca nulla, tutto è studiato ad arte e con gusto, la storia si dipana con chiarezza, ognuno ha il suo spazio e non invade quello degli altri; spettacolo magari non particolarmente fantasioso, ma senza dubbio sobrio e delicato, un allestimento che soddisfa il palato di chi ama l'opera tradizionale, ma che tutto sommato non lascia a bocca asciutta nemmeno chi oserebbe qualcosina in più. Con una nota di merito: non capita così spesso - e qui invece succede - di cogliere appieno che, in fondo, sono tutti gabbati, compresa la scaltra Despina, che cade - pure lei - dal pero: Don Alfonso è il solo gran burattinaio, dall'alto muove i fili di tutte le marionette che barcollano attraverso i turbini della vita, inseguendo, ognuna, la propria chimera; fortunato davvero chi, alla fine, lo capisce e si rassegna alla realtà, prendendo "ogni cosa pel buon verso"e lasciandosi guidare dalla ragione.
Il gioco dei ruoli è chiaro, le interazioni tra personaggi calibrate, i movimenti scenici, la mimica dei volti e la gestualità studiati nei dettagli e piuttosto efficaci, attenti a dare risalto ai giochi di parole e ai mille doppi sensi del testo; belli i costumi e il gioco cromatico delle scene, eleganti e raffinate. Pochi azzardi, ma profondo rispetto; del resto si sa, Mozart bisogna capirlo davvero e meno lo si tocca meglio lo si rende....ha già pensato lui a tutto, complice l'arguto Da Ponte.
Ma veniamo alla resa musicale. La direzione di Jonathan Webb, la sera della prima, era troppo mossa, specie nel primo atto; frettolosa anche durante i recitativi (eseguiti da lui al pianoforte e non al clavicembalo), tanto da comprometterne, a volte, la leggerezza e la comprensione; non rare purtroppo le sfasature tra buca e palcoscenico. Ci riserviamo di ascoltare una delle prossime recite in programma.
Tra i protagonisti, risultano nettamente migliori le donne (sarà il titolo?!!?), con un apprezzamento particolare alla Despina di Barbara Bargnesi, artista genovese che mette in luce, sempre, una buona tecnica, intelligenza musicale e gestione molto matura della voce, dal bel timbro e molto omogenea; in scena si muove con disinvoltura e bene restituisce le varie sfumature della maliziosa e disinvolta cameriera.
Buona prova anche per le due sorelle: Ekaterina Bakanova (Fiordiligi), bella voce e ben gestita, anche se un po' debole nei gravi, canta con gusto e bella sonorità. Raffaella Lupinacci (Dorabella), vocalmente a suo agio nel repertorio mozartiano, ha anche una spiccata vivacità che la fa entrare al meglio nel ruolo.
Meno brillanti i personaggi maschili; meglio Daniele Antonangeli (Don Alfonso), che seppur non particolarmente carismatico o intraprendente (ma questa è anche regia), ha tuttavia, dal punto di vista vocale, alcuni apprezzabili accorgimenti, con una buona cura del fraseggio. Non altrettanto raffinati i due baldanzosi giovani, Michele Patti (Guglielmo) e Blagoj Nacoski (Ferrando). Il baritono ha molta voce, bello anche il timbro, ma a nostro avviso deve maturare l'interpretazione, dosando, prima di tutto, l'intensità del suono, che in Mozart non tollera eccessi. Il tenore, seppur mostrando più delicate intenzioni musicali, è parso affaticato nel ruolo, con alcune difficoltà tecniche.
Corretto, infine, il coro diretto da Franco Sebastiani.
Applausi convinti per tutti, giovani, vecchi, belli (e brutti); per chi lavora dietro le quinte, per chi non c'è più, per chi calca il palcoscenico. La mozartiana scuola degli amanti ha sempre qualcosa da insegnare.
La recensione si riferisce alla prima del 17 Febbraio 2017.
Barbara Catellani