Siegfried | Christian Franz |
Gunther | Oliver Zwarg |
Hagen | Rúni Brattaberg |
Alberich | Oskar Hillebrandt |
Brünnhilde | Evelyn Herlitzius |
Gutrune | Polina Pasztircsák |
Waltraute | Waltraud Meier |
Erste Norne | Erika Gál |
Zweite Norne | Judit Németh |
Dritte Norne | Eszter Wierdl |
Woglinde | Polina Pasztircsák |
Wellgunde | Gabriella Fodor |
Flossihilde | Zsófia Kálnay |
Direttore | Adam Fischer |
Regia e scene | Hartmut Schörghofer |
Drammaturgia | Christian Martin Fuchs † |
Costumi e marionette | Corinna Crome |
Lighting design | Andreas Grüter |
Video | Momme Hinrichs, Torge Møller (fettFilm) |
Coreografie | Teresa Rotemberg |
Magyar Rádió Szimfonikus Zenekara | |
Magyar Rádió Énekkara | |
Budapesti Stúdió Kórus | |
Maestri del coro | Zoltán Pad, Kálmán Strausz |
Un lungo silenzio, intenso, carico di emozione; il pubblico trattiene il fiato prima che la tensione si sciolga in un applauso liberatorio che sembra non finire mai e abbraccia tutti gli interpreti della Götterdämmerung.
Un’esecuzione praticamente perfetta, con prove maiuscole fornite dalla maggior parte dei cantanti, con poche eccezioni che la platea pare perdonare.
Su tutto e tutti giganteggia nuovamente la Brünnhilde di Evelyn Herlitzius. Qui, più ancora che nella Walküre di due giorni fa, la Herlitzius disegna una Valchiria di forza dirompente, ferina nei movimenti, appassionata e tagliente nel fraseggio, rotonda nei centri e folgorante negli acuti. Una lezione di canto e d'interpretazione, che convince e coinvolge.
Accanto a lei il Siegfried di Christian Franz, eroico e al contempo quasi adolescenziale, confuso in un costante contrasto di sentimenti e pulsioni. Franz, che già avevamo apprezzato come Loge nel Rheingold ha voce e accenti di autentico Heldentenor, possente nel volume ma capace di trovare belle morbidezze.
Molto buono ci sembra il Gunther pavido e vittima degli accadimenti disegnato da Oliver Zwarg, baritono dalla voce chiara e padrone di una linea di canto impeccabile.
Di contro delude Rúni Brattaberg, Hagen rozzo e mugghiante, morchioso nell'emissione e dal fraseggio spesso approssimativo.
Polina Pasztircsák è prima Gutrune, che viene risolta con un canto tutto sul fiato e dandone una caratterizzazione che ne fa una sorta di bimba viziata, per poi riprendere i panni di Woglinde, dove si conferma cantante solida sia dal punto di vista tecnico che per quel che riguarda la ricerca di colori e accenti.
Nei panni di Alberich ritroviamo Oskar Hillebrandt: l'interprete c'è, il cantante meno. Il vibrato largo che avevamo rilevato in Siegfried qui sembra accentuarsi ulteriormente.
Waltraud Meier incarna una Waltraute altera, a momenti irridente, incapace di comprendere le ragioni della sorella, che aggredisce nel corso del lungo duetto. La voce risente del trascorrere del tempo, ma l'interprete resta tra le più grandi. Peccato solo che sia ripartita per altra destinazione un minuto dopo aver terminato di cantare, privando il pubblico del piacere di tributarle l'applauso che meritava.
Splendide le tre Norne, distaccate e distanti, consapevoli di un destino del quale possono solo prendere atto, ovvero Erika Gál, Erste Norne, Judit Németh, Zweitere Norne ed Eszter Wierdl, Dritte Norne.
Si confermano ottime Rheintochter Gabriella Fodor, Wellgunde, e Zsófia Kálnay, Flosshilde.
Maiuscola la prova offerta dai due cori, il Magyar Rádió Énekkara, diretto da Zoltá Pad ed il Budapesti Stúdió Kórus, preparato da Kálmán Strausz.
Successo pieno per tutti e ovazioni per la Herlitzius.
Alessandro Cammarano